In esposizione gli esemplari donati al museo dallo stesso Podenzana e da tanti altri concittadini e viaggiatori fra la fine dell'800 e il secondo conflitto mondiale: lame in asta e kris indonesiani con impugnature d'avorio del XVIII e XIX secolo, sciabole abissine usate nei combattimenti della prima guerra italo-etiopica del 1895-96, pugnali sudanesi da braccio, grandi coltelli da lancio a doppio taglio dall'Africa sub-sahariana, fino ai pugnali da trincea degli arditi italiani della prima guerra mondiale, sono solo alcuni degli esemplari che si potranno ammirare in questa mostra, una delle esposizioni temporanee promosse periodicamente dal Museo Etnografico per far conoscere le proprie collezioni non visibili in permanenza.
Nucleo centrale, per la bellezza e la complessa simbologia dei manufatti, è quello rappresentato dai kris indonesiani donati al Museo dal conte Giulio Della Torre nel primo decennio del '900, acquistati durante la sua permanenza nella sede diplomatica dell'Aja. Dal XVI secolo gli Olandesi erano padroni delle isole indonesiane e dal 1602, attraverso la Compagnia delle Indie Orientali, l'Olanda incamerò testimonianze dell'arte e della cultura indonesiana, ordinate agli inizi dell'800 in diversi musei etnografici dedicati alle colonie tropicali. Le tre armi in asta della ex collezione Della Torre, delle quali una sola ha conservato il ferro, hanno infatti riferimenti precisi in analoghe armi conservate al Rijsksmuseum voor Volkenkude di Leida la cui provenienza può essere allargata alle Celebes.
I kris hanno varia provenienza: il nucleo più consistente si riferisce al tipo usato a Giava, seguono i modelli caratteristici di Sulawesi, Sumatra, Bali, Madura. Poche armi hanno avuto forti valori simbolici e magico religiosi come questi bellissimi pugnali. Armi leggendarie, che si legano al nostro immaginario attraverso i racconti di Salgari ma che nei secoli hanno avuto un incomparabile significato nei rituali di guerra e in quelli religiosi, e che – quasi attraverso una personificazione dell'arma – si sono legate indissolubilmente ai loro possessori, di cui condividevano la sorte. Non a caso nel 2005 l'Unesco ha riconosciuto i kris dell'Indonesia "Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità", invitando il governo del Paese a preservare questa loro testimonianza culturale e altre testimonianze della tradizione come i tessuti ikat (un bell'esemplare sarà esposto in mostra), che rivestono da tempo immemorabile un ruolo importante nelle società tribali.
Durante la mostra, curata da Rossana Piccioli e Giacomo Paolicchi con la collaborazione di Anna Nancy Rozzi Mazza, del Museo del Sigillo della Spezia, si svolgeranno conferenze dedicate a Giovanni Podenzana, figura importante del panorama culturale nazionale, la cui biografia è tanto sconosciuta in patria quanto nota in Australia, dove egli soggiornò a lungo e lavorò come musicista e dove si recò nel suo primo viaggio esplorativo, nel 1892e agli altri collezionisti e viaggiatori che hanno con le loro donazioni costituito il patrimonio museale. Infine, una giornata dedicata a Emilio Salgari, che rese famigliari a generazioni di giovani, con gli eroi del suo ciclo sui Pirati della Malesia, le armi tipiche indonesiane. I dettagli e le date degli incontri e degli eventi collaterali saranno pubblicati sul sito www.laspeziacultura.it e sulla pagine Facebook ufficiale del Museo Etnografico della Spezia.
Nell'ambito della mostra saranno inoltre proposte visite guidate con approfondimenti e laboratori ludico-didattici per bambini.