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Il Circolo culturale Fantoni dedica una mostra a Giulio Turcato In evidenza

di Massimo Guerra - Si potranno ammirare alcune opere di uno dei maggiori astrattisti del '900. Il 18 gennaio l'inaugurazione.

Superfici Dinamiche e Irreali è il titolo dell'interessante mostra pittorica di Giulio Turcato, in programma in galleria Adamello nella nuova sede del Circolo Culturale Fantoni dal 18 gennaio al 15 febbraio 2025.

"Turcato, originario di Mantova e deceduto aRoma nel '95 è stato uno dei maggiori esponenti dell'Astrattismo Italiano - spiega il critico d'arte Paolo Cozzani - affermatosi a cavallo degli anni '40-'50 con la formazione di gruppi di artisti che si riconoscevano in un linguaggio nuovo, antinaturalistico, informale".

Le opere in mostra risalgono agli anni '60 e '70. "In una matura fase del lavoro di Turcato - osserva Cozzani - che si consolida quale esponente di punta dell'astrattismo, cementando le convinzioni giovanili perseguite sin dagli esordi della sua attività artistica mostrando coerenza di pensiero e azione. Il suo linguaggio raggiunge l'essenziale della rappresentazione astraendo ogni forma di figurazione e realtà legata alla natura e al tangibile. E' la negazione della realtà, è l'empatia che si crea tra uomo e un mondo rifiutato in ogni sua forma oggettiva".

Vicino allo Spazialismo di Fontana, tra le sue opere troviamo le "superfici lunari" in gommapiuma con bruciature e bucature che formano crateri che rimandano alla ricerca dell'uso della materia già di Burri, Crippa, Castellani e molti altri che aderirono al "movimento spaziale" negli anniì '50. Alcune fonti sostengono che Turcato con l'uso della gommapiuma e le sabbie volle porsi come alternativa al già affermato artista umbro che "dipinge col fuoco" bruciando cellophane, plastica, tela juta.

"Il dinamismo di alcune opere - sottolinea Cozzani - è apparentemente casuale, come nel dipinto "Itinerari" del 1970, dove i segni delle colature della tinta percorrono strade immaginate, si intrecciano nel vortice del movimento, sono percorsi da seguire con lo sguardo lasciandosi andare a suggestioni, emozioni, riflessioni. Inevitabile il richiamo alla "action painting" di Pollock, dove il gesto è istintuale ma ragionato, lo spazio della tela affrontato con spirito libero da ogni costrizione convenzionale. Un grande del '900 italiano che ancora non trova riconosciute appieno le sue capacità, la sua grande coerenza, la sua ricerca nell'essere e vivere da artista".

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