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Teatro Impavidi, che spettacolo! In evidenza

di Luca Erba - Ripercorriamo il cammino di crescita del Teatro di Sarzana e il ruolo importantissimo che è in grado di svolgere.

Una delle sciagure del nostro tempo è rappresentata dal racconto che indica il teatro come luogo d’élite per pochi. Un luogo descritto come respingente e poco inclusivo. Un luogo nel quale solo una minoranza eletta può andare perché solo questa è in grado di apprezzarne il vero significato. Una contraddizione che molto spesso ha creato messaggi fuorvianti dando vita alla rappresentazione di un mito, il Teatro, come una bestia divoratrice di genti. Un cerbero che in ogni caso non ti lascia scampo: “qui non si entra”. Una cosa un po’ buffa no? Una mistificazione che ha dato ampio spazio anche al radicamento di consuetudini e abitudini in grado di spazzare via secoli e secoli di storia in un solo batter di ciglia.

Se infatti vogliamo parlare del Teatro Impavidi, e del suo rumoroso successo, dobbiamo partire proprio da questa premessa. Il segreto illuminato che sta dietro ai numeri di questi anni è proprio la consapevolezza di aver avuto come obiettivo primario quello di voler ricostruire una vera connessione con le persone. Abbattere il muro per aprire ai più, dando la possibilità di vivere il teatro in tutta la sua essenza.

Gli abbonamenti stagione prosa 24-25 sono quasi raddoppiati rispetto al 2019 (anno di partenza della nuova stagione del Teatro). Solamente nel 2024 ci sono state oltre 90 giornate di spettacolo tra eventi in sala grande e nel ridotto. Oggi la media di riempimento sala è dell’82%. Sono sei le stagioni organizzate e interamente gestite dalla associazione culturale “Scarti”.

Scarti - Centro di Produzione Teatrale di Innovazione- che da sempre gioca sul concetto di sentirsi perennemente provinciali, ha vinto la propria scommessa. Numeri e strategia che danno il senso di un cammino che prima di tutto organizza la propria logica con un’impostazione imprenditoriale. Stiamo parlando di una realtà culturale che fa impresa e che oggi vanta al proprio interno 30 dipendenti. Un soggetto che fa cultura e da diversi anni ha creato un indotto economico sul territorio molto importante. Aver rimesso in piedi il Teatro Impavidi con questi numeri significa aver ridato un polmone a tutto il tessuto cittadino e non solo. Un teatro che ospita laboratori sperimentali come attività complementari e apre le proprie porte a tutti accogliendo quelle che sono le diverse esigenze di un pubblico così eterogeneo e variegato, dimostra di aver colto il significato di cosa rappresenti realmente oggi il ruolo del teatro nella società.

Oltre ai gesti e alle parole c’è sempre quel sotteso che dà il significato alle cose: un teatro che ospita risate e sentimenti illumina la città perché riesce a svolgere anche la funzione di presidio. Le luci accese di un teatro mettono in moto un circuito economico con ricadute sociali importantissime. Un luogo nel quale esorcizzare le paure diventa un rito collettivo. Un luogo di magia che ha la forza di rallentare il tempo grazie alla rappresentazione della realtà senza il filtro di uno schermo o di una pellicola. Il teatro porta con sé la vita dentro la vita ricordando a tutti noi, almeno per la durata dello spettacolo, chi siamo e da dove veniamo lasciandoci il libero arbitrio di decidere dove vogliamo andare.

 

 

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