Calice al Cornoviglio riparte dalla cultura. Il comune della Val di Vara lancia un appello agli spezzini affinché aderiscano alla raccolta di firme per salvare la chiesa di Santa Maria Assunta. Se l’edificio del 1600 diventasse un “Luogo del cuore FAI”, si potrebbe sperare in un restauro, ma anche in una simbolica presa in carico da parte dell’intera provincia, finalizzata a impedire che Calice al Cornoviglio perda una parte significativa del suo ricco patrimonio storico.
La chiesa di Santa Maria si trova nella frazione omonima, domina l’intera conca calicese e fronteggia il castello Doria Malaspina. Per secoli, questo luogo di culto ha rappresentato la “piazza” del paese, la casa di tutti dove ci si incontrava, si discuteva, si programmava la vita dell’intera comunità. Qui si faceva festa, si elaboravano i lutti, si conservava l’archivio parrocchiale. E sul sagrato, affacciato come un balcone panoramico sulla valle, ogni sabato sera si ballava, ascoltando la musica che proveniva dalla mitica “Pagoda”.
Lo spopolamento dell’entroterra ligure ha mutato le abitudini, ma non ne ha mai decretato la fine. E il disagio prodotto dalla frana ha rinsaldato le amicizie, rafforzando nei Calicesi un forte senso di appartenenza. È per questo motivo che i residenti hanno deciso di restaurare la chiesa principale del territorio, simbolo di memoria e di devozione.
Ripartire dalla cultura, secondo i promotori dell’iniziativa, non deve essere uno slogan, ma un modello di cambiamento, perché niente come la cultura produce benessere, sviluppa saperi, favorisce l’innovazione e l’inclusione sociale. Occorre, però, che gli Spezzini rispondano all’appello, dimostrando che Liguria non significa soltanto mare, ma anche pietra. E che la rinascita delle valli interne è ancora possibile.
La chiesa di Santa Maria Assunta racchiude importanti tesori artistici. L’edificio, a tre navate, ha un presbiterio valorizzato da un coro ligneo settecentesco. L’ingresso è dominato dall’alto da un organo maestoso, realizzato dall’impresa Agati di Pistoia. Le pareti sono interamente decorate con stucchi e rappresentazioni sacre del maestro Zeffiro Righi. L’abside con gli affreschi di David Beghè, pittore calicese nato nel 1854 e formatosi all’Accademia di Brera sotto la guida di Francesco Hayez, rappresenta un’opera pittorica di rara bellezza.
“Come nel Medioevo le piccole comunità si riunivano intorno ai monasteri per fronteggiare le invasioni barbariche - si legge nella petizione - noi vorremmo che il recupero di questa chiesa, nei valori cristiani della fratellanza e della solidarietà, rappresentasse un punto di partenza per la rinascita di Calice al Cornoviglio”.