Sabrina Chiappa, 40 anni, è lericina di adozione. E' infatti originaria di Busto Garolfo, in Lombardia.
Dopo anni di lavori a termine, finalmente il tanto sospirato posto fisso in una multinazionale, dover rimane 13 anni. Ma Sabrina sente che questa vita non fa per lei. Arriva il COVID, il lock down e lo smart working. La ragazza si trasferisce in questo periodo da uno zio in Valtellina, che ha una casa a Lerici e che decide di ristrutturare. La nipote lo segue e si trasferisce nel Golfo dei Poeti.
Un amore a prima vista quello con Lerici, per cui Sabrina fa una scelta coraggiosa, dettata dalla voglia di seguire i propri sogni. Più determinata che mai, decide di lasciare tutto: il lavoro a tempo indeterminato, la famiglia, gli amici. Apre un negozio di articoli sportivi e avvia un'Associazione Sportiva, diventando istruttrice di atletica leggera. Sabrina fonda anche un team affiliato alla Fidal e Uisp, organizzando trekking, gare e corse.
La "Immortal Race"
Il coraggio e la determinazione di Sabrina, l'hanno appena portata a concludere una grandissima impresa, per la quale questa mattina è salita sull'Olimpo degli Ultramaratoneti.
Il silenzio della notte greca tra le montagne del Peloponneso, è stato infatti rotto dal passo costante di Sabrina Chiappa. Unico faro la sua luce frontale per illuminare il percorso attraverso gli "Immortali" della "Immortals' Race", la Ultramaratona su strada di 142 chilometri e 2.500 metri di dislivello, una delle prove più estreme al mondo, ma anche tra le più affascinanti.
Sulla sua pagina social leggiamo che "quella di Sabrina non è stata una semplice gara, ma una sfida contro sé stessa e il tempo, un viaggio che l'ha portata tra gli 'Immortali'" e a conquistare l'Immortals' Race "frantumando ogni record con l'incredibile tempo di 15 ore, 1 minuto e 10 secondi".
Leggiamo ancora: "Con la determinazione che solo i veri campioni possiedono, l’ultrarunner di Lerici ha affrontato ogni salita e discesa, superando le difficoltà del terreno e del clima, dimostrando una resistenza e una forza straordinarie. Ogni passo la portava sempre più vicino alla sua meta, finché, finalmente, ha tagliato il traguardo, guadagnandosi un posto d’onore sull’Olimpo degli ultramaratoneti".
Sabrina al termine del percorso, è arrivata infatti nona assoluta su 196 corridori, ma prima della categoria femminile, vincendo la competizione.
La Redazione di Gazzetta della Spezia ha contattato telefonicamente Sabrina Chiappa, che si trova ancora in Grecia, per chiederle le impressioni a caldo al termine di questa sua incredibile impresa.
Sabrina che cosa è la "Immortals' Race"?
La gara si chiama degli 'Immortali' perché celebra quattro eroi greci. Si parte da Tripolis, si passa da Sparta e Mystras e si arriva a Kalamata. In ognuna di queste quattro città, si passa davanti ad una statua di un eroe greco. I maratoneti, infatti, devono passare davanti alle statue del Generale Theodoros Kolokotronis a Tripolis, del Re Leonida a Sparta, dell'ultimo Imperatore Bizantino Konstantinos Palaiologos a Mystras e a quella della vittoria con Grigorios Dikaios (Papaflessas), Theodoros Kolokotronis e Petrompeis Mavromichalis a Kalamata.
Questa è la mia prima esperienza di ultramaratona in Grecia, devo dire che è stato fantastico. Sognavo da almeno un anno di partecipare, ho impiegato un pò di tempo a decidere, ma dopo aver fatto delle valutazioni con il mio allenatore Fulvio Massini, e un percorso di preparazione avviato all'inizio dell'anno scorso, abbiamo deciso di fare questo tentativo con l'idea di cercare di chiudere la gara entro le 18 ore.
Perché ti sei posta l'obiettivo di concludere la gara sotto le 18 ore?
Perché se una donna rimane sotto questo tempo per concludere la Immortals' Race, ha la possibilità di partecipare alla lotteria per la "Spartathlon International Race", una gara mitica che ogni ultramaratoneta sogna di portare a termine almeno una volta nella vita. Si tratta di una gara lunga 245 Km, che parte da Atene ed arriva a Sparta. Questa gara mi affascina tantissimo.
Come hai affrontato la preparazione alla Immortals' Race?
Con il mio allenatore Fulvio Massini, abbiamo deciso che potevo provare a partecipare a questa gara. La preparazione è iniziata un anno fa ed è stata dedicata al 100% a questa gara dalla fine di maggio, dopo aver partecipato alla 100 km del Passatore. In questi mesi ho aumento gradualmente il volume di Km che correvo, allenandomi sei volte alla settimana e partecipando a gare di preparazione.
Il programma preparatorio è stato incentrato sull'abituarmi a correre da sola la notte su percorsi collinari, perché la 'Immortals' Race' è una gara tutta collinare, dove il numero dei partecipanti, vista anche la difficoltà, non è altissimo. Per questo si finisce per correre su strade asfaltate, in un contesto di montagna attorno al Monte Taygetos, in quasi completa solitudine. Ero preoccupata di correre al buio in un posto dove non parlano la nostra lingua e anche poco l'inglese, invece è stata un'esperienza fantastica.
Che cosa hai apprezzato di più lungo il percorso?
La parte che ho apprezzato di più è stata la pace e la tranquillità della notte, me la sono proprio goduta, sentivo solo l'eco dei miei passi. Se mi fermavo per un attimo per prendere un integratore, il silenzio più totale. E poi sono stata anche fortunatissima, perché ho corso in una notte con un cielo stellato meraviglioso, il meglio che potessi trovare. Ho apprezzato anche tantissimo l'atmosfera respirata in questa manifestazione: di Greco non capisco una parola, ma mi sono sentita incitare tantissimo presso tutti i check Point. Era possibile anche partecipare con una macchina al seguito che dava supporto, io invece sono andata da sola, però, sia alcuni dei partecipanti con cui ci siamo rincorsi con un tira e molla, sia anche le macchine dei loro supporter, facevano il tifo per me. Quando hanno capito che ero italiana mi gridavano 'Viva Italia' e anche "Stay strong"', stai andando bene, non mollare. Quindi è stata un'esperienza fantastica.
Il risultato è stato per te una sorpresa....
Il risultato è stato molto gratificante, miravo anche a qualcosa di meno, speravo di stare sotto le diciotto ore, invece ho concluso in 15 ore e 1 minuto, che è anche il secondo tempo femminile assoluto in questa gara che è alla sua decima edizione. Quindi non mi aspettavo proprio né di fare questo tempo, né di vincere la gara. Corro ultramaratone già da qualche anno, ma è la prima volta che affronto una distanza di 142 Km e poi in Grecia. Quindi sono davvero super felice!
Sei soddisfatta di come hai gestito la gara?
Un'altra cosa che mi ha fatto molto piacere è stato il fatto che sono riuscita a gestire bene la gara, ad esempio dal punto di vista dell'alimentazione, che è molto importante. Se non si riesce ad integrare, a bere, ad assumere cibi, non si riesce nemmeno ad affrontare un'impresa del genere, e questo non è scontato. A tanti capita infatti di fermarsi per problemi di pancia o stomaco.
Poi sono riuscita a gestire bene la componente della fatica, perché è un equilibrio molto sottile tra il non riuscire a dare tutto, e quindi fare un risultato peggiore di quello che si potrebbe fare, e il partire troppo veloci e poi pagare lungo il percorso, non riuscendo più ad andare avanti. Sono tutte cose che possono succedere: tanto è più lunga la gara e maggiori sono le possibilità che tutto questo possa accadere. Sono stata contenta invece perché sono riuscita a dosare bene il tutto, per me questa è una grande soddisfazione!
Quale è il tempo massimo per concludere la gara?
Il tempo massimo per concludere la gara è di 24 ore. Lungo il percorso ci sono dei cancelli e, in alcuni punti, bisogna passare entro un certo orario, altrimenti si viene squalificati.
Grazie Sabrina per aver condiviso con noi la tua grandissima impresa. Tantissimi complimenti anche da parte della Redazione di Gazzetta della Spezia!