Sarà Vittorio Feltri, martedì 9 luglio alle 21.00, l’ospite della seconda serata della XV edizione della Rassegna letteraria ‘I Grandi temi’ alla Villa Romana di Bocca di Magra, organizzata dal Comune di Ameglia in collaborazione e a cura di Annamaria Bernardini de Pace.
Il direttore del Giornale presenterà il suo ultimo, provocatorio, libro dal titolo ‘I fascisti della parola’ (ed. Rizzoli). Andando oltre la copertina, Vittorio Feltri regala un’analisi attenta e attuale sull’uso della parola, spinto, come ha più volte dichiarato, dal “Conformismo culturale che ha addirittura aggredito il dizionario italiano”.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Durante la serata è possibile acquistare i libri degli autori presenti grazie alla collaborazione con Libreria Mondadori di Sarzana.
Sinossi – Presentazione libro
Il politicamente corretto applicato al linguaggio secondo Feltri è il male del secolo, ed è giunto il momento, secondo lui, di dire basta e di “tornare a parlare come mangiamo”.
“Con le parole si può giocare, ma non si scherza. Sono roba seria. Infatti, uno dei primi segni di un potere totalitario e liberticida è proprio il controllo del linguaggio. L’imposizione della censura di alcuni termini non è pratica che riguarda il passato, anzi, è più attuale che mai. Più andiamo avanti e più regrediamo in questo ambito. Più diventiamo moralistici, smarrendo tuttavia morale ed etica, più ci concentriamo sull’uso di determinati vocaboli, facendone una malattia. Così si è data vita alla battaglia più stupida, vana, insulsa e folle della nostra storia: quella al dizionario. Oggi non si può più dire “negro” al negro né si può più dire “zingaro”, “rom” o “nomade”. Non si può dire che uno è “cieco”, semmai è un “non vedente”. Non si può dire “sordo”, al massimo “audioleso”. Non si può dire “spazzino”, ma solo “operatore ecologico”. Non si può dire “bidella”, ma solamente “operatrice scolastica”. Non si può dare del terrone al terrone mentre è corretto dare del polentone a un polentone. E guai a dire “frocio” o “finocchio”, a meno che tu stesso non sia omosessuale, in tal caso diventa lecito. Per non parlare della repulsione diffusa nei confronti dei sostantivi maschili. Se aggiungi l’astina alla vocale “o”, se declini tutto al femminile, allora sei una bella persona, altrimenti vieni etichettato quale maschilista tossico e pure farabutto”.
Biografia breve di Vittorio Feltri
Vittorio Feltri è nato a Bergamo e vive a Milano, dove lavora da mezzo secolo. Ha esordito a «L’eco di Bergamo» come critico cinematografico. Poi ha fatto il cronista alla «Notte» di Nino Nutrizio e al «Corriere d’informazione» di Gino Palumbo. È stato a lungo inviato speciale al «Corriere della Sera». Quindi ha diretto «Europeo», «Indipendente», «il Giornale», «il Borghese», «Il Qn» («Carlino», «Nazione» e «Giorno»). Ha fondato «Libero». Scrive sempre, anche quando dorme.
Sotto all'articolo è possibile scaricare la copertina del libro.