Lunedì 20 maggio, alle ore 21, all'Ex Ospedale San Giacomo (Via Grazzano, 1 a Carrara) Maurizio Maggiani presenterà il suo ultimo libro "La memoria e la lotta. Calendario intimo della Repubblica", edito da Feltrinelli, un pamphlet che ha fatto molto discutere in queste settimane, in cui si mescolano la storia la storia d'Italia e i frammenti di vita dell'autore, mettendo in connessione memoria, libertà e democrazia.
L'autore ci ricorda che senza ricordo non c'è vita, come ben dimostra il diritto romano per il quale la pena più grave inflitta a un nemico dello Stato, a chi attentava al potere dello Stato, non era la pena di morte, ma la damnatio memoriae, la morte civile, la cancellazione di ogni traccia della sua esistenza e perfino del suo nome. E oggi più che mai la memoria ci appare necessaria e vitale per capire da dove veniamo, cosa siamo diventati e immaginare cosa ancora possiamo essere e fare per resistere al degrado morale e democratico.
Scrive Maggiani: «Io porto memoria, io ricordo. Sarà perché vengo dalla piccola gente apua, così sperduta e barbara da non aver avuto una lingua scritta, sarà perché tutto ciò che della mia gente è rimasto nella Storia è stato scritto da chi ci ha conquistato e asservito, sarà perché non saremmo che polvere di marmo calpestata e spazzata via se non avessimo una qualche coscienza di noi, sarà perché sono stato cresciuto nell'orgoglio di ciò che possiamo essere, poco o niente che ci viene detto che siamo, se solo ci facciamo liberi da chi si impadronisce dei nostri destini, sarà perché tutto questo va ricordato giorno per giorno, passo per passo, respiro per respiro, che io del portare memoria me ne sono fatto una passione».
La memoria non può essere una mera occorrenza simbolica, una verità manipolabile da chi ha il potere di stravolgerla, la memoria deve essere elezione, la memoria è promessa, è passione; la memoria è assunzione di responsabilità, e allora si fa lotta contro lo stato presente delle cose. Chi porta memoria da sé non è niente, esiste solo quando c'è chi lo accoglie, lo ascolta, lo vede, lo legge, e nel farlo si fa partecipe, a sua volta testimone. La Storia esiste e si tramanda finché è raccontata, e nessuno come Maurizio Maggiani sa raccontarla.
«È tutta in questo la fecondità della memoria, che pretende di agire, e genera non solo azione riparatrice, ma azione creatrice, impegno di lotta contro lo stato delle cose; smemorati potremmo mai erigere dalle macerie di cui abbiamo disseminato la contemporaneità quel mondo di giustizia, di fraternità, di pace a cui parrebbe che tutti aspiriamo?»
Maggiani, che recentemente ha pubblicato il libro fotografico "Narciso meccanico", con cinquant'anni della sua lunga fedeltà alla fotografia, è uno dei maggiori scrittori contemporanei, il più premiato tra gli scrittori viventi e ci ha abituati al suo sguardo attento e profondo, spesso divergente e originale, mai scontato sulla realtà e l'attualità. Non a caso Franco Fortini salutò il suo sorprendente esordio letterario parlando di «vigoroso sprezzo delle mode e di [...] acuta modernità», definizione che coglieva un tratto dello scrittore, oggi così evidente, l'animo combattivo e risoluto di un anarchico, un animo che l'autore stesso definisce "teppista", ovvero l'indole di un sabotatore, in servizio permanente, del senso comune che si palesa nei pensieri e nel linguaggio non solo critico-letterario, con l'ostentato orgoglio di collocarsi al di fuori delle mode e dei movimenti letterari o anche solo di etichette o incasellamenti.
Tra i suoi romanzi ricordiamo Màuri, Màuri (1989), Il coraggio del pettirosso (1995), premi Viareggio e Campiello, La regina disadorna (1998), Il viaggiatore notturno (2005) premio Strega, Meccanica celeste (2010), L'amore (2018); L'eterna gioventù (2021). Altri libri con generi di frontiera sono il viaggio fotografico Un contadino in mezzo al mare (2000), la raccolta di racconti È stata una vertigine (2003), la guida della città Mi sono perso a Genova (2007), l'invettiva I figli della Repubblica (2014), la riscrittura delle Operette morali di Giacomo Leopardi (2015), in cui racconta il fallimento di quella generazione venuta dopo il secondo conflitto mondiale, il dialogo con il religioso Luigi Verdi Sempre (2015).
Un'occasione di incontro e confronto da non perdere. Introduzione di Luciana Ceccarelli (ARCI Spazio Alber1ca), saluti di Almarella Binelli (ANPI Carrara), presentazione di Alessio Giannanti (Archivi della Resistenza).
Iniziativa organizzata da Archivi della Resistenza, Arci Comitato provinciale di Massa Carrara e Spazio Alber1ca, ANPI Carrara. Info al 3290099418, prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.