Sarà presentato venerdì 10 novembre, alle ore 16, nell’auditorium dell’Ospitalia del mare di Levanto, nell’ambito della rassegna “Incontri settimanali territorio e storia”, organizzata dalla biblioteca civica “Vinzoni” e dalla Mostra permanente della cultura materiale, il nuovo volume dei “Quaderni levantesi”, la pubblicazione che si occupa di storia, archeologia, etnografia, sociologia, scienze e cultura di Levanto e, più in generale, della Liguria.
Il nuovo libro offre i contributi di dieci autori, alcuni dei quali interverranno all’incontro e introdurranno i rispettivi lavori dialogando con il segretario del “Museo permanente della cultura materiale”, Aldo Viviani, e la bibliotecaria Rossella Trevisan.
Nel dettaglio:
Pierluigi Castagneto: “Viabilità, insediamenti e il limes orientale della Maritima Italorum”.
Osvaldo Garbarino: “Chiesanuova di Levanto”.
Valeria Zattera: “Ugolino e Jacopo da Levanto”.
Daniele Tinterri: “I rapporti tra Levanto e Genova nel 1417”.
Roberto Ghelfi: “Matteo Vinzoni e i confini della Repubblica di Genova nell’alta val di Vara”.
Luisa Rossi: “La Liguria di levante nella scrittura di viaggio”.
Diego T. Moreno: “Le due Levanto di Massimo Quain, geografo 1941-2017”.
Giacomo Campodonico: “Mussolini e Badoglio a Levanto”.
Aldo Viviani: “Carte di famiglia”.
Mauro Viviani: “I riti religiosi della pietà popolare: la settimana santa”.
Il primo numero dei “Quaderni levantesi” fu pubblicato nel 1998 a Genova dalla “Compagnia dei librai” a cura della “Mostra permanente della cultura materiale”, e la rivista uscì con cadenza annuale fino al 2006.
Oggi, dopo un’interruzione di ben 17 anni, la pubblicazione, sempre emanazione della “Mostra permanente della cultura materiale” e dotata di un proprio comitato di redazione, riprende più ricca di contributi e di sezioni.
L’introduzione al nuovo volume è del sindaco, Luca Del Bello, per il quale “il ritorno alle stampe dei ‘Quaderni levantesi’ con una miscellanea di contributi storici che spaziano dall’antichità a vicende accadute nel secolo scorso è una grande notizia non solo per gli appassionati della cultura locale, ma per tutta la nostra comunità. È infatti attraverso la conoscenza del nostro passato che si gettano le basi per comprendere ed interpretare nella maniera corretta le
profonde trasformazioni che, nel corso dei secoli, hanno plasmato un luogo e costruito l’identità delle genti che lo abitano”.