Federico Anselmi, nato a Monterosso al Mare, ha seguito la sua passione per l’arte fin da ragazzo, iscrivendosi poi all’Accademia delle Belle Arti di Carrara. Da allora non ha più smesso di sperimentare e cercare il modo migliore per esprimere la sua arte.
Grazie alle sue mani sapienti, le vele della Vespucci rinascono e si vestono con i colori dei suoi quadri: tante tonalità di blu, ma non solo, e poi l’oro scelto dall’artista per dare luce alle opere, o come dice lui “per cercare la luce”. Lo incontriamo nel salotto di casa sua, dove su una parete è appesa una tela meravigliosa che raffigura i terrazzamenti e il mare delle Cinque Terre, la “sua visione del paesaggio”, un mare blu smeraldo, dalle tonalità profonde e avvolgenti. E poi il cielo, un cielo dorato la cui luce ricorda proprio l’orizzonte terso e luminoso, un cielo che si mescola al mare perché a suo dire “l’orizzonte è una ‘cattiveria’ della natura, quella riga netta e precisa è angosciante perché blocca l’occhio, l’orizzonte non c’è, il mare è un tutt’uno con il cielo, il cielo dorato funziona meglio nei miei quadri”.
Notiamo che il quadro è dipinto su una tela particolare e scopriamo appunto che si tratta di un frammento del tessuto Olona di vele dismesse dell’Amerigo Vespucci: intrise di salsedine e fatica, sfilacciate in più punti, con Federico Anselmi ritrovano una nuova vita. Chiediamo allora come sia nata l’idea di utilizzare questo materiale.
“Alcuni anni fa ho avuto il compito di predisporre il presepe nella Chiesa dei Cappuccini – spiega Federico Anselmi – le statue erano quasi a grandezza d’uomo ed è stato necessario pensare ad uno sfondo, per il quale avevo pensato di utilizzare del tessuto. Ma dove trovare una tela così grande? Un frate allora mi disse che avrebbe potuto chiedere eventualmente le vele dismesse dell’Amerigo Vespucci, e così è stato. Un materiale prezioso e bellissimo, una tela naturale: in seguito ho pensato di poterla usare anche per le mie opere”.
“Ho iniziato così a studiare un metodo per rendere la tela adatta ad accogliere i miei quadri, dipingere sulle cuciture all’inizio non è stato facile, ci sono arrivato piano piano: la tela mi avrebbe permesso di trasportare i quadri facilmente arrotolandoli, ma come evitare che i colori si crepassero presentando un effetto ‘craquelé’ indesiderato? La preparazione delle tele, l’imprimitura, è un mio piccolo segreto. Ho inventato alcuni materiali da stendere sulla tela per renderla più elastica evitando la crepatura della pittura. Spesso ci vuole più tempo a preparare la tela che a dipingere il quadro”. Federico ha l’abitudine di dipingere direttamente con le mani, creando un contatto a tu per tu con i colori, preferisce evitare di utilizzare i pennelli.
Sua l’opera dedicata al Milite Ignoto “Il treno del Soldato”, realizzato per l’evento commemorativo che, attraverso il viaggio del “Treno della Memoria”, partito il 6 ottobre 2022 da Trieste scorso, ha voluto ricordare la cerimonia che nel 1921 ha visto un convoglio speciale trasportare da Aquileia a Roma la salma del “Milite Ignoto”. Un viaggio articolato su 17 tappe che hanno toccato 730 stazioni, il treno trainato da una vecchia locomotiva a vapore e composto da carrozze storiche, ha fatto sosta alla Spezia durante la notte del 10 ottobre 2022, accolto da cittadini, istituzioni civili e militari e dalle Associazioni d’Arma.
Il “Treno della Memoria”, dopo un tragitto di oltre cinquemila chilometri, è giunto a Roma Termini il 4 novembre, proprio nella giornata dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. Il giorno successivo ha concluso il suo viaggio nella stazione di Roma San Pietro.
Il progetto è stato promosso dallo Stato Maggiore della Difesa in collaborazione con le Ferrovie dello Stato e il supporto della Fondazione FS. Fondamentale per il buon esito dell’iniziativa è stato il Generale dell’Arma dei Carabinieri Rosario Aiosa, decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare e presidente del Gruppo MOVM. Ruolo altrettanto importante lo ha avuto il Professor Paolo Galantini, referente per la Liguria del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia e membro del CdA della Fondazione ETS ISR.
Il Professor Galantini ha spiegato che il Treno della Memoria ha avuto la valenza simbolica di “riportare a casa quanti non vi avevano fatto ritorno, affinché potessero rivedere idealmente, almeno per un attimo, i posti in cui si erano consumati gli ultimi istanti degli addii, con gli sguardi rivolti alle strade della gioventù e, più ancora, ai cari volti delle persone amate”.
Chiediamo allora a Federico Anselmi come sia stato scelto proprio lui per rappresentare quest’opera.
“Il Professor Galantini mi ha introdotto presso il Generale Aiosa che, a sua volta, mi ha chiesto un quadro sul Milite Ignoto. Mi sono chiesto cosa potessi rappresentare, ho cercato molte notizie su questo evento. E poi mi viene l’idea di dipingere questa grossa locomotiva in primo piano che sembra quasi uscire dal quadro: è un riassunto di quello che è successo veramente durante la Prima Guerra Mondiale. Ci sono i personaggi che attendono il treno, non volevo fare retorica spicciola, ma volevo mettere in evidenza quello che era il sentimento in quel momento. Portando in primo piano il treno che ha portato il Milite Ignoto a Roma da Aquileia, ho avuto la sensazione di aver centrato qualcosa di importante. Il quadro è piaciuto e ha iniziato a circolare per l’Italia nel corso di numerosi eventi. E’ stato esposto anche a Roma durante la Giornata delle Medaglie d’Oro ed è stato ammirato dal Presidente Mattarella, per me una grandissima soddisfazione”.
Nel 2014 Federico Anselmi ha portato a termine il progetto di otto tavole a olio e tecnica digitale, ispirate alle “Beatitudini Evangeliche”: attualmente le opere si trovano presso il Santuario di Sant’Antonio da Padova a Gaggiola. Il Santo Padre, Papa Francesco Bergoglio, ha inviato all’autore una lettera di riconoscenza.
Presso il Santuario di Gaggiola si trovano anche altre due opere di Federico Anselmi: nel transetto “Il Cantico delle Creature”, nel Refettorio, “L’Ultima Cena”, anche queste dipinte sulla tela Olona delle Vele della Vespucci.