Il Centro studi sul cambiamento climatico e la sostenibilità è una nuova realtà che nasce all'interno dell'Istituto 'Parentucelli Arzelà di Sarzana', una scuola superiore con una lunga tradizione di eccellenza e innovazione. Il Centro si propone di essere un punto di riferimento per la scuola e per il territorio, offrendo opportunità di formazione, ricerca e sensibilizzazione su temi cruciali per il futuro del pianeta.
Il Centro ha inaugurato le sue attività con un evento di alto profilo scientifico, al quale ha partecipato Antonello Pasini, uno dei maggiori climatologi italiani che lavora al CNR. Pasini ha illustrato le sfide e le opportunità che il cambiamento climatico pone alla società e alla scienza, stimolando il dibattito e la riflessione tra gli studenti e i docenti presenti. L'iniziativa è stata un successo e ha dimostrato la vitalità e l'importanza del Centro studi sul cambiamento climatico e la sostenibilità, che si candida a diventare un luogo di incontro e di confronto tra la scuola e la comunità.
Il Centro si avvale della collaborazione di due prestigiose università, quella di Pisa e quella di Genova, e di un comitato tecnico scientifico composto da esperti di fama nazionale e internazionale nel campo dell'ambiente e del clima, tra cui Ermete Realacci, Papik Genovesi, Giampiero Sammuri, Alessandro Bratti, Laura Ricci e Patrizio Scarpellini. Alla guida come presidente c'è il dirigente scolastico Generoso Cardinale, mentre la direzione è stata affidata al professor Massimo Caleo. In prima fila anche l'associazione Padre Damarco.
La conferenza è stata aperta dal vicepreside Paolo Mazzoli che ha portato il saluto ai presenti a nome del dirigente Cardinale impossibilitato a partecipare. Massimo Caleo, moderatore dell'incontro, ha poi illustrato gli obiettivi e le finalità del Centro Studi rivolto agli studenti e anche alla comunità e alla cittadinanza. Caleo ha letto un messaggio di buon lavoro da parte del provveditore Roberto Peccenini prima di dare il via agli interventi degli esperti.
"Il nostro dipartimento di architettura e design – ha osservato il professor Roberto Bobbio dell'Università di Genova - si è unito al progetto del 'Centro studi sul cambiamento climatico e la sostenibilità', che ci sembra molto stimolante. Ne siamo coinvolti insieme ai nostri colleghi dell'Università di Pisa e, soprattutto, insieme all'istituto scolastico di Sarzana, perché vogliamo lavorare con i giovani a vari livelli della loro educazione. Riteniamo che sia fondamentale sviluppare una nuova sensibilità sul nostro rapporto con il mondo in cui viviamo".
"Siamo lieti di partecipare a questa iniziativa del Centro Studi sui Cambiamenti Climatici dell'Istituto Parentucelli Arzelà di Sarzana in qualità di Università di Pisa – ha rimarcato da parte sua il professor Damiano Remorini -. La nostra università dispone di un centro interdipartimentale di ricerca dedicato allo studio degli effetti dei cambiamenti climatici, che coinvolge oltre 100 docenti appartenenti a 12 dipartimenti diversi, con competenze multidisciplinari. Il centro si occupa anche di attività didattiche e di ricerca sul tema. La mia attività di ricerca riguarda gli alberi urbani e il loro ruolo nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulle città. Gli alberi urbani apportano numerosi benefici ambientali e sociali, ma richiedono una corretta gestione e manutenzione. Piantare alberi è importante, ma non è l'unica soluzione per affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici".
Poi la parola è passata allo scienziato Antonello Pasini per l'attesa lectio. "Affrontiamo il tema dei cambiamenti climatici - ha sottolineato -, analizzando i diversi effetti che hanno sulle diverse aree del pianeta, sugli ecosistemi, sull'essere umano, e cercando di comprendere come si tratti di una sfida globale. Non possiamo ignorare quello che accade nel nostro Paese, dove assistiamo a fenomeni estremi come la siccità e le piogge torrenziali. Ma dobbiamo anche guardare oltre i nostri confini, perché il clima influisce anche su altri aspetti della vita delle persone, come le migrazioni. Infatti, ci sono persone che sono costrette a lasciare le loro terre a causa di conflitti, povertà, ma anche di cambiamenti climatici. Per esempio, nella zona del Sahel africano. il clima sta diventando sempre più arido e instabile".
E ancora Pasini rivolto agli studenti (hanno partecipato le classi quarta, mentre le terze erano collegate a distanza) li ha invitati a seguire attentamente i problemi climatici che poi potranno approfondire meglio con il Centro studi sui cambiamenti climatici. "Tutti noi - ha aggiunto lo scienziato - possiamo e dobbiamo fare la nostra parte. Prima di tutto, con una maggiore consapevolezza dei problemi e dei nostri stili di vita, e con la creazione di circuiti virtuosi dal basso, che riguardano il consumo, il risparmio, la produzione (comunità energetiche), e così via. Poi, è fondamentale una forte pressione sui nostri politici perché pongano questo tema al primo posto nella loro agenda, dato che saranno loro a dover gestire la transizione energetica".