Grande attesa per il ritorno a Castelnuovo Magra del noto e stimato giornalista, scrittore e conduttore televisivo Enrico Deaglio. Affezionato ospite del territorio castelnovese, Deaglio sarà presente venerdì 24 febbraio alle 18 presso la Sala Convegni del Centro Sociale di Molicciara, per raccontare il suo ultimo libro “Qualcuno visse più a lungo – La favolosa protezione dell’ultimo padrino” edito da Feltrinelli nella collana Fuochi.
“Proseguono gli incontri con l'autore che da anni caratterizzano la nostra biblioteca civica, affrontando temi diversi e sempre attuali – afferma il sindaco di Castelnuovo Magra, Daniele Montebello – Avere di nuovo come nostro ospite Enrico Deaglio, stimato storico e giornalista italiano, è un grande piacere e un vero onore. Lo ringrazio fin d’ora, nell’attesa di accoglierlo nuovamente venerdì”.
La presentazione del libro sarà curata dall’autore castelnovese Amilcare Mario Grassi, e per l’occasione è prevista anche la partecipazione dell’ex ministro della giustizia Andrea Orlando.
Al termine dell’incontro, per chi lo volesse, è prevista un’apericena presso il Circolo Arci Wave.
Trama del libro:
I tanti che uccisero Falcone e Borsellino. Le stragi che hanno devastato l'Italia. Il più grande depistaggio dell'Occidente. L'asso nella manica dei misteriosi fratelli Graviano. I nostri anni ignobili e oscuri non sono ancora finiti. Milano, primi anni settanta. A nord-est, vicino al Parco Lambro, sorge Milano 2. Palermo, 1982. Un costruttore edile sconosciuto muore ucciso in un agguato. È uno dei primi di una sanguinosa guerra civile. Dopo di lui muoiono altre diecimila persone. L'uomo aveva investito i suoi soldi nelle banche di Michele Sindona. I suoi figli sono i fratelli Graviano. Il loro capo è Giuseppe, soprannome Madre Natura. A vent'anni prende il comando. Deve gestire un patrimonio enorme, difendere la famiglia nella guerra, guidare il suo esercito. Ce la farà? Può un ragazzo giovane, da solo, tenere testa alla tempesta finanziaria che sta scuotendo l'Italia? Dalla sua parte ha il governo "militare" del più grande quartiere di Palermo, il Brancaccio in cui Cosa Nostra domina incontrastata. Si allea con i corleonesi e con i servizi.
Capaci e via D'Amelio, 1992. Giuseppe Graviano schiaccia personalmente il telecomando di via d'Amelio. Curiosamente, nessuno l'aveva mai sospettato, anche perché vive ormai a Milano. E nessuno aveva sospettato che ci fosse lui dietro alla catena di bombe che nel 1993 hanno portato l'Italia sull'orlo della crisi finanziaria e di un possibile colpo di stato.
1994. Berlusconi scende in campo. Nessuno si accorge dell'arresto di Filippo e di Giuseppe Graviano in un ristorante alla moda di Milano. Tutto, come per magia, finisce. In Italia nessuno più verrà ammazzato. La storia è finita. O forse no. A Palermo un membro della banda Graviano - tale Spatuzza - viene arrestato nel '96 e racconta tutto, smentendo tutta la ricostruzione ufficiale delle stragi. Ma la sua cantata rimane nascosta per dieci anni. I Graviano hanno fatto tutto: Capaci, via D'Amelio, Firenze, Milano, Roma, Maurizio Costanzo, i due carabinieri di Reggio Calabria. E perché? Dal 41 bis, dove sono ormai da trent'anni, i Graviano organizzano i loro affari come se niente fosse. Sono ancora giovani. La stirpe deve continuare. Ma una domanda li tormenta: chi ci ha traditi? Gli stessi che ci hanno ordinato le bombe? Già, chi li ha traditi?