I monologhi da rappresentarsi propongono con veemenza diverse situazioni al femminile - affrontate in modo diverso da diverse donne - ed assumono particolare valenza grazie agli approfondimenti psicologici e sociologici sviluppati o semplicemente per la loro bruciante ed imbarazzante attualità: "MARIA ALLA CROCE" è una madre dilaniata dalla sua disperazione terrena ai piedi del figlio morente, una Maria più umana di quella che ci è solitamente proposta.
Ne "LO STUPRO" vengono rappresentati lo schifo, la rabbia e la paura del dopo - in un mondo con forti prevaricazioni maschiliste - di una giovane donna brutalmente e più volte stuprata in un furgone.
Il punto di vista umano e le perplessità politiche (siamo nell'Italia degli anni di piombo) di una madre che scopre di avere nel figlio un terrorista è stigmatizzato nel monologo "UNA MADRE".
Il dramma di un coraggioso sindacalista che ha pagato con la vita la sua ribellione è raccontato in "MICHELE LU LANZONE" dalla sua donna ormai impazzita e ridotta ad impotenza in manicomio.
Nel clima di tensione, rabbia e dolore che i pezzi precedenti potranno aver oggettivamente creato, arriva (liberatoria nelle intenzioni) a concludere la raccolta "ABBIAMO TUTTE LA STESSA STORIA", un brano dove le possibili contraddizioni di una donna davanti ad una maternità inaspettata, sono rappresentate con ironica comicità.
Spettacolo vero, questo, ed emozionante, fortemente voluto dalle protagoniste che sperano di condividere con il Pubblico i momenti di commozione che hanno provato durante l'allestimento di questa raccolta e che continuano a provare ogni volta che questa viene proposta.
Questa raccolta, racchiusa tra una breve premessa ed un epilogo, celebra nel contempo l'indimenticato Fabrizio De André, le cui musiche costituiscono il naturale collante dell'evento.
Data la particolarità dei temi trattati si raccomanda lo spettacolo ad un pubblico adulto.