Tra i tanti tesori nascosti del nostro golfo spicca l'arte scultorea di Yoshin Ogata, artista di caratura internazionale che espone fino alla fine di febbraio all''Hotel Byron di Lerici, dove sono collocate alcune delle sue opere originali.
Nel suo eremo nel bosco tra la Serra e Montemarcello, raggiungibile solo da una strada sterrata ("Neppure i tassisti vogliono accompagnarmi fino in cima" sbotta l'artista) Yoshin trascorre le sue giornate con la gentile consorte Yoshiko, dedicando tutto il suo tempo alla passione di una vita, la scultura.
La "goccia" di Ogata di varie forme e dimensioni, scolpita con maestria nei marmi più pregiati, dal rosso di Verona al nero del Belgio, dal rosa del Portogallo allo splendido nervato di Carrara ma anche nel bronzo e in altri metalli rappresenta la vera matrice artistica di Ogata, non solo perché l'acqua racchiude in sè la genesi e la fine della vita, capace di modellare l'ambiente o di distruggerlo, ma perché nell'artista nipponico è rimasta nella memoria e nell'anima l'acqua che spense l'incendio della sua casa di Miyakonojo, dove nacque 73 anni fa.
Gocce quindi che si espandono nell'acqua con cerchi concentrici su pochi centimetri di superficie come su enormi installazioni, per realizzare le quali Ogata si serve di un capannone industriale nel distretto marmifero della vicina Carrara.
L'artista si è formato nelle Accademie artistiche di Brera, Firenze, Roma e Carrara, ricevendo più volte la proposta di diventare a sua volta un docente, ma il suo attaccamento al lavoro è troppo forte, e ancora oggi gli impedisce di accettare incarichi che lo priverebbero di tempo prezioso.
Ogata vive tra Spezia e il Giappone, e ha dimostrato l'affetto per il nostro golfo donando al Comune di Lerici la splendida scultura visibile all'entrata della galleria Scoglietti.
Inoltre, ha voluto dare il suo contributo al progetto "Liguria Vintage" - che ha sede e baricentro in Val Graveglia presso la falegnameria Natale - ristrutturando di par suo un vecchio comò diventato un'opera d'arte.