Dopo il successo della prima proiezione , ritorna al Cinema il Nuovo il Festival del Cinema di Montagna in collaborazione con il C.A.I. Lunedi 22 Novembre ore 21.15 in proiezione Climbing Iran. In questo documentario le mani forti con le unghie dipinte di smalto rosa di Nasim Esqui si misurano con le montagne, poiché è soltanto dall’alto che le cose possono essere distinte con più chiarezza e l’alta quota insegna a destreggiarsi tra buoni appoggi e solidi equilibri. Se infatti è vero che in città si accettano le regole di una società conservatrice e ingiusta, sulle montagne non è così e ci si sente liberi come il vento che attraversa il corpo. Lassù “non importa se sei ricco o povero, Bianco o Nero, Iraniano o Italiano, uomo o donna. La gravità tira giù chiunque con la stessa forza”: queste sono le parole di Nasim, l’unica donna free-climber professionista iraniana capace di aprire nuove vie su roccia nel suo paese. Nasim - da sempre bambina vivace e poi campionessa di karate e kickboxing - si innamora dell’arrampicata e delle sfide ad alta quota poiché rappresentative del suo desiderio di essere completamente se stessa e di non farsi fermare da alcun ostacolo nel raggiungere la meta, barcamenandosi tra limiti e possibilità. Lo fa attraverso gestualità e tenacia, con vivaci motti motivazionali all’interno della sua tenda e sinceri aiuti di amici che hanno fiducia in lei: ciò che cerca è una libertà che possa distaccarsi dai confini, lunga tanto quanto il perimetro dei percorsi aperti grazie alle sue arrampicate in Turchia, Oman, Armenia, Georgia, India, Emirati Arabi ed Europa. Quella di Nasim è una decisa scelta responsabile di prendere strade diverse, attuando un silenzioso ma potente cambiamento sociale che si realizza nella vita di tutti i giorni.
La storia di Nasim che si arrampica senza velo ci dona l’immagine di una nazione che si muove, che opera per sfoltire pregiudizi e violente restrizioni, nonostante la sua realtà politica determinante e il complesso sistema di valori su cui si struttura. Lo sguardo che concede la regista Francesca Borghetti offre un’immagine dell’Iran non monocolore, il quale bene si intreccia con la caparbietà della sua protagonista: il suo è un invito per le donne iraniane a ricercare dentro se stesse la vera libertà; di come si possa abbattere il conservatorismo sociale seguendo il richiamo della natura; di come la legge della montagna impregni la vita quotidiana, provocando una rivoluzione silenziosa che parte dallo sport.