In un film di Pedro Almodovar nessuna delle tante coincidenze che, aggregate, formano le sue trame è davvero casuale. Sono tutti modi per dire qualcosa al di là della trama. In questo caso due donne si conoscono in ospedale perché stanno entrambe per partorire, avranno vite diverse e circa un anno dopo la nascita dei rispettivi bambini si incontreranno di nuovo, con un segreto che le unisce ma anche un desiderio, e finiranno per vivere insieme. Queste due donne legate da una storia di neonati e gravidanze sono le due fazioni della guerra civile oggi. Due Spagne che vogliono vivere insieme, desiderano insieme ma hanno pensieri diversi. Questo da solo basterebbe ma in Madres Paralelas succede molto di più.Si dice spesso che Pedro Almodovar capisca le donne e le sappia raccontare, qui assieme a Penelope Cruz che fa il solito gran lavoro (trattenendo emozioni e rilasciandole di colpo solo quando serve), fa capire a tutti cosa passa nella testa di questa donna in particolare. Questo movimento non solo ci informa, ma ci rende partecipi in ogni momento dei molti cambi di idea, dei molti voltafaccia e rapidi mutamenti di opinione e intenzioni. Le protagoniste sono due ma è Penelope Cruz il metronomo del film che detta tempi, generi, tensioni e passioni. Le decisioni del suo personaggio sembrano irrazionali e dettate dall’emotività a tutti tranne che a noi, a cui sembrano chiarissime e terribilmente umane.
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