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Torna il Festival della Mente: quest'anno si parla di "Origini" In evidenza

Attesi nomi imponenti, da Grossman a Malika. Spazio ai giovani guardando alla storia, filosofia e scienza.

Da sx Cristina Ponzanelli, Benedetta Marietti e Andrea Corradino Da sx Cristina Ponzanelli, Benedetta Marietti e Andrea Corradino

Interdisciplinarietà, giovani e dialoghi per indagare le origini: così torna il Festival della Mente per la 18^ edizione, a Sarzana il 3-4 e 5 settembre, presentato questa mattina in anteprima stampa (in allegato in fondo all'articolo il programma completo, ndr).

"Il festival diventa maggiorenne quest'anno e averlo garantito per 18 anni significa davvero molto - ha spiegato Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia - Quest'anno riusciremo a proporre anche il festival per i bambini e questo ci rende molto orgogliosi".

Dopo un'edizione ridotta come quella dello scorso anno, condizionata dalla pandemia, anche se solo in maniera blanda, questa edizione 2021 riporta il Festival della Mente come lo abbiamo sempre conosciuto: incontri in presenza, i volontari che guideranno i visitatori e gli eventi per bambini.

Ha spiegato il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli: "Questa è la 18^ edizione del Festival che affrontiamo scegliendo di vincere una sfida. Lo scorso anno abbiamo dovuto fare alcune rinunce, ma la sfida è stata vinta perché abbiamo potuto dare un messaggio di speranza e di rinascita e quest'anno proseguiamo su questa strada. Origini è il tema di quest'anno che dà l'idea di come serva ripartire".

Del programma e del tema ha parlato la direttrice del Festival della Mente Benedetta Marietti: "Il tema è il concetto di 'Origine' sempre presente nel dna del Festival che da 18 anni si dedica a ricercare il perché nascano le idee. Quest'anno però mi sono ispirata a Wilson. che sente come necessaria l'unione tra il sapere scientifico e umanistico che secondo lui sono complementari. Il Festival è da sempre multidisciplinare, ma quest'anno lo sarà ancora di più. Origine non è un concetto solo rivolto al passato, ma è adatto a capire le ragioni del presente e immaginare il futuro ed altri mondi possibili per una società più giusta e umana. Come ogni anno i relatori non presenteranno semplicemente i loro libri, ma sono chiamati a confrontarsi sul tema proposto, quest'anno inoltre vi saranno più dialoghi tra relatori di diverse discipline. Inoltre ci saranno molti relatori giovani. Tornano i volontari ai quali abbiamo dovuto rinunciare lo scorso anno".

IL PROGRAMMA

Passato. La ricerca delle origini

Apre il festival la lezione magistrale Dante e la creazione dell’italiano letterario del linguista Luca Serianni, membro dell’Accademia dei Lincei, della Crusca, dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Arcadia. Nell’anno delle celebrazioni dantesche, non poteva mancare una riflessione su come la Divina Commedia abbia costituito il fondamento e l’origine della lingua della nostra letteratura. L’Alighieri ha introdotto molte parole ed espressioni che ora sono di uso corrente; ha inventato la terzina dantesca e, attingendo al mondo classico, a quello biblico e all’esperienza personale, ha ampliato considerevolmente il repertorio delle similitudini, rendendole uno strumento tipico dei poeti. Inoltre, ha adeguato il lessico al cammino delle Cantiche, dalle espressioni più colorite e, a volte, triviali dell’Inferno, ai versi aulici del Paradiso. L’evento si inserisce nel progetto condiviso “Piazza Dante. #Festivalinrete”, sostenuto dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche istituito dal Ministero della Cultura.

Dai caratteri cuneiformi a quelli usati nella rete, la storia della scrittura può essere raccontata come un romanzo. E così anche la storia dei libri, delle biblioteche e degli autori, dei narratori orali, degli scribi, dei miniaturisti che con il loro lavoro hanno lasciato ai posteri opere immortali. Ripercorrono le tappe di questa straordinaria avventura collettiva, che ha tramandato parole e versi attraverso i millenni, la filologa e scrittrice spagnola Irene Vallejo e la linguista Valeria Della Valle, socia della Crusca e dell’Arcadia.

Agli inizi dell’Ottocento non esistevano ancora i romanzi russi: è solo con Puškin, spiega lo scrittore Paolo Nori, che comincia a diffondersi una letteratura russa. L’autore, tra i cinque finalisti del Premio Campiello 2021, conduce il pubblico in un itinerario alle radici della tradizione letteraria russa, della quale è grande appassionato ed esperto.

Lo scrittore e studioso del pensiero antico Matteo Nucci tiene due lectio filosofiche: Origine della sapienza: l’enigma e Origine della filosofia: la dialettica. Nel primo appuntamento racconta dei pensatori greci più antichi, come Eraclito di Efeso e Parmenide di Elea, i quali, convinti che gli dèi comunicassero attraverso gli oracoli, tentarono di penetrare le verità nascoste degli enigmi oracolari, per abbandonarsi al divino.
Nel secondo la protagonista è la dialettica: la sfida per la sapienza fra due esseri umani che, dialogando, cercano la verità. L’esempio più famoso è quello di Socrate, il primo filosofo della nostra storia. A seguirlo, il migliore dei suoi discepoli, Platone, con il quale si compie un ulteriore passo avanti, delineando con chiarezza i criteri che distinguono il filosofo dal sofista: la ricerca dei principi della verità.

Lo storico Paolo Colombo racconta la storia di Alexander von Humboldt, un gigante del pensiero che con due secoli di anticipo pose domande fondamentali per il futuro del genere umano, e che prende vita davanti agli occhi del pubblico del festival grazie all’abile tratto dell’illustratore Michele Tranquillini. Humboldt, definito nell’Ottocento l’uomo più famoso al mondo dopo Napoleone, fu esploratore, scrittore, amico di scienziati, letterati e rivoluzionari. Con una visione che potremmo definire attualissima, comprese l’impatto dell’uomo sul cambiamento climatico e spiegò che tutte le cose sono intimamente collegate, secondo il concetto dell’interdipendenza, e che l’universo è un immenso organismo sul quale il genere umano non ha diritti di sfruttamento.

Appuntamento imprescindibile per i frequentatori del festival è quello con la trilogia dello storico Alessandro Barbero, che chiude ciascuna giornata, come di consueto, in Piazza Matteotti. Approfondisce, in tre serate, Le origini delle guerre civili. Si parte venerdì con quella inglese, che si concluse con la decapitazione del re Carlo I: fu l’affermazione, per la prima volta, che i re governavano al servizio del popolo e, se non obbedivano alla sua volontà, erano colpevoli di alto tradimento. Quindi sabato con quella americana, scatenata dall’elezione di Abraham Lincoln, nella quale morirono più americani che in tutte le guerre del Novecento. Chiude il festival la lezione sulla guerra civile francese: la soppressione sanguinosa della Comune di Parigi, esattamente centocinquant’anni fa, fu la prima guerra civile a vedere in campo un movimento operaio sovversivo e comunista contro i difensori della legge e dell’ordine, della religione e del capitalismo.

Presente. Le ragioni dell’attualità

Guerra alla retorica è il titolo della conferenza dello scrittore Edoardo Albinati, che passa in rassegna i modi e i luoghi in cui i nostri discorsi, sia pubblici sia privati, sono intrisi di retorica. L’origine di questo male non è da ricercare nei romanzi o nelle poesie, ma in quella letteratura che ricalca, senza saperlo, antichi modelli letterari negli elzeviri dei giornali, nelle invettive e nei monologhi televisivi, o nei deliri di protagonismo online.

Fin dai tempi antichi la casa è sempre stata l’estensione di noi stessi. Ma è ancora oggi il fulcro dell’io? Il cantautore e scrittore Francesco Bianconi si confronta con il filosofo e scrittore Emanuele Coccia, incrociando pensieri, idee e visioni, per raccontare, con sensibilità e punti di vista diversi, cosa c’è all’origine di quell’idea primitiva, e al tempo stesso moderna, che è il rifugio domestico.

Che cos’è un’emozione? La parola è chiara a tutti; non altrettanto la sua complessità, i diversi rapporti con il nostro sistema nervoso e i suoi effetti sul comportamento. La filosofa e scrittrice Ilaria Gaspari dialoga con la neuroscienziata e neuroradiologa Daniela Perani del dipartimento di Neuroscienze dell’Università San Raffaele di Milano: due approcci diversi per capire non solo perché l’essere umano e altri animali provino emozioni, ma anche come le emozioni guidino l’evoluzione e siano fondamentali nei vari aspetti della vita sociale e del nostro benessere. Possiamo modularle, cambiarle, o semplicemente imparare a usarle al meglio?

La fotografa di fama internazionale Letizia Battaglia, grande narratrice visuale della vita, ripercorre, in un dialogo con l’esperto di fotografia Michele Smargiassi, sessant’anni di storia, arte, cultura e politica italiana, raccontandoli attraverso i suoi celebri scatti. Palermitana d’origine, con le sue foto ha voluto svelare la sua città in tutti i suoi tratti: miseria e splendore, tradizioni, quartieri, feste, lutti. Tutti gli aspetti della vita quotidiana e i volti del potere di una città dalle mille contraddizioni.

Lo sport è catalizzatore di emozioni collettive e le imprese sportive hanno regalato e regalano tanto al nostro immaginario. Lo skipper e team director di Luna Rossa, Max Sirena, alla sua settima partecipazione all’America’s Cup, in un dialogo con il giornalista Michele Lupi svela le idee e le visioni che oggi lo influenzano e guidano nella vita, raccontando i retroscena, gli aneddoti e le storie inedite di una carriera che l’ha visto due volte vincitore, con team stranieri, della Coppa America e del suo sogno di portare per la prima volta in Italia il prestigioso trofeo.

Futuro. La nascita di nuove visioni

L’origine è l’elemento centrale della cultura ebraica: l’evocazione del “principio” con cui si apre la Bibbia, il susseguirsi delle generazioni come fondamento della struttura sociale, il ritorno alla terra dei padri. Riflette su questi concetti lo scrittore israeliano David Grossman assieme al giornalista Alessandro Zaccuri, approfondendo alcuni temi nodali al centro dei suoi libri: dalla tenacia dei legami familiari al mistero dell’appartenenza a una lingua, dall’avventura dell’introspezione al coraggio che occorre per riconoscere e risanare le origini di un conflitto. Con uno sguardo sempre rivolto al futuro.

Oggi siamo all’alba di una nuova era, spiega il divulgatore scientifico Tommaso Ghidini, a capo della Divisione di Strutture, meccanismi e materiali dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). L’homo sapiens si sta trasformando in homo caelestis non solo attraverso le tecnologie e le scoperte scientifiche che la corsa allo spazio ci regala, ma soprattutto grazie a una nuova consapevolezza di noi che l’indagine del cosmo e degli altri mondi dello spazio ci permette di acquisire.

Dove nasce la percezione di un’inferiorità delle “minoranze”? E quale nuova convivenza possiamo sognare e immaginare nel futuro? Risponde a queste domande la scrittrice britannica Otegha Uwagba, fondatrice di “Women Who”, piattaforma che connette e supporta in tutto il mondo le donne che lavorano, in un dialogo con l’autrice Alessandra Carati. La separazione dal proprio paese d’origine può generare un senso di estraneità che si sperimenta nel paese d’adozione e che spesso porta a sentirsi parte di una “minoranza”.

Il direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR Antonello Provenzale, esperto di dinamica del clima e di impatti dei cambiamenti globali su ecosistemi e biodiversità, si confronta con la ventiduenne narratrice scientifica e alpinista Sara Segantin, tra i fondatori di Fridays For Future Italia, sulle origini della variabilità del clima. Il clima della Terra è sempre cambiato: da periodi in cui la temperatura era di 10 gradi più alta rispetto a oggi, a epoche in cui il pianeta era interamente coperto di ghiaccio. Ma allora perché ci preoccupiamo per quei pochi gradi in più che ci attendono alla fine del secolo? La ragione c’è. Siamo ancora in tempo per ridurre la crescita delle temperature?

Nella società contemporanea sembra giunto il momento del passaggio inevitabile dal mondo reale e del vivente a un mondo dominato dalle macchine. Contro questa minaccia, è possibile, secondo il medico attivista argentino Miguel Benasayag, un approccio in cui tecnica e organismi si integrino, senza per forza tradursi in una brutale assimilazione. Benasayag rivolge un invito ad attuare uno schema di pensiero che aiuti a riflettere sulla singolarità radicale degli esseri viventi, ripartendo dalla loro origine e dalla loro unicità, che poggia sul non calcolabile, sul non prevedibile, sulla contingenza.

Gli spettacoli

Un momento di intrattenimento speciale, un viaggio tra musica e parole verso l’origine dell’ispirazione artistica: sul palco del festival sale la musicista e cantautrice Malika Ayane che, in un dialogo con lo scrittore Matteo Nucci, spiega al pubblico come nasce una canzone destinata a entrare nella memoria, quali sono le radici del talento e quale il ruolo della disciplina. Durante l’incontro, accompagnata al pianoforte dal musicista Carlo Gaudiello, eseguirà alcuni dei suoi pezzi, discutendone poi la nascita e l’evoluzione.
Il drammaturgo e romanziere Davide Enia, accompagnato dal musicista Giulio Barocchieri, racconta il massacro del 9 maggio 1943 a Palermo, in uno spettacolo originato dalla narrazione di chi quel giorno si trovava in città: frammenti di memoria che Enia scompone e intreccia per incastonarli in una storia unica.
Il più giovane stand up comedian italiano, Davide Calgaro – che a soli 15 anni ha cominciato a scrivere e provare monologhi comici nei laboratori di Zelig – oggi, ventunenne, ci rivela cosa vuol dire andare a vivere da solo e i problemi di chi come lui, proprio perché giovane, non viene mai preso sul serio: un racconto divertente del passaggio dall’adolescenza all’età adulta e i guai che ne derivano. Risate intelligenti assicurate.

Finalmente in piazza anche i volontari, cuore della manifestazione: una squadra di un centinaio di giovani, studenti delle scuole superiori del territorio e universitari, che torneranno ad animare il festival con il loro entusiasmo e la loro indispensabile energia.

Il festival gode del patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione Liguria.

Gli eventi sono visibili anche in streaming, gratuitamente, nei tre giorni della manifestazione su www.festivaldellamente.it e sui canali Facebook e YouTube, a eccezione dello spettacolo di Davide Enia e Giulio Barocchieri (n. 4) e dello spettacolo di Davide Calgaro (n. 12).

Da quest’anno i podcast di tutti gli incontri del Festival della Mente a partire dal 2004, anno di nascita della manifestazione, sono disponibili gratuitamente sulle piattaforme Spotify, Spreaker, Apple Podcast, Google Podcasts.

Prevendita dal 16 luglio sul sito del Festival della Mente e a Sarzana presso la biglietteria del Teatro degli Impavidi (informazioni e orari nella sezione “biglietti” del sito)
Biglietti e ingressi: lezione inaugurale gratuita con prenotazione obbligatoria; tutti gli appuntamenti 4,00 € a eccezione dello spettacolo di Davide Enia e Giulio Barocchieri (n. 4) e di Malika Ayane e Matteo Nucci (n. 11) 10,00 €

Viste le misure necessarie a tutela della salute del pubblico, tutte le informazioni relative alle modalità di accesso agli eventi sono disponibili sul sito del festival nella sezione biglietti.

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