Un film che per la prima volta porta il Vittoriale sul grande schermo e racconta una storia di clausura, romanticismo e decadenza. Una storia italiana…
Un film filologico, sì. Il cattivo poeta è un film che tiene conto delle parole, tantissimo, e queste sono quelle di Gabriele D’Annunzio raccontato negli ultimi anni della sua vita e in una fase completamente decadente, rinchiuso nel suo castello lussuoso come fosse un vampiro.
Il cattivo poeta è un film in cui si confrontano due mondi, due generazioni.
Un film che ha un velato romanticismo, con un grande Sergio Castellitto che interpreta il poeta, quello di un uomo che ama il suo Paese e che ne percepisce l’imminente rovina (la vicenda proposta sul grande schermo riguarda il periodo 1936-1938)
Con Il cattivo poeta è anche la prima volta che il cinema entra all’interno del Vittoriale. Un complesso di edifici, con vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini, una nave, costruito tra il 1921 e il 1938 a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda. Non solo il complesso è Committente del complesso è Gabriele d’Annunzio che lì è anche sepolto e che ne affidò il progetto all’archi.