Si è conclusa domenica scorsa la mostra "Early artist known as BANKSY – 2002 2007 prints selection" che si era aperta alla Fortezza Firmafede di Sarzana lo scorso 2 febbraio e che, da ultimo, alla luce delle numerose richieste era stata prorogata di una settimana.
E infatti anche gli ultimi giorni, con centinaia e centinaia di visitatori, hanno confermato il successo dell'esposizione che ha abbondantemente superato gli 8mila ingressi.
In tutti questi mesi infatti la mostra, nonostante circa due mesi di chiusura e per i giorni di apertura, gli ingressi contingentati e le restrizioni imposte dalle disposizioni sanitarie anti-covid, ha mantenuto un trend di crescita costante, attirando un numero sempre crescente di visitatori.
Lo confermano gli introiti che, al netto delle sponsorizzazioni, dei costi organizzativi e logistici e della quota dovuta da contratto a MetaMorfosi, organizzatore della mostra, hanno visto l'esposizione dedicata al grande artista globale della Pop Art incassare oltre 51mila 651euro derivanti dalla vendita biglietti per il solo accesso alla mostra ( esclusa la tariffa di ingresso alla Fortezza) a cui si sono aggiunti altri 6mila e 204euro derivanti dalla vendita dei cataloghi.
Di tali somme - comunicano dall'ufficio cultura e marketing dell'ente - 28mila e 307mila euro entreranno nelle casse comunali e serviranno per finanziare ulteriori attività culturali.
A questi si sommano oltre 25mila euro di sponsorizzazioni raccolti dall'amministrazione dedicate alla mostra e all'illuminazione che arricchito la città e i suoi palazzi storici per mesi, riempendo i social media di immagini di Sarzana e di Banksy, artista dal valore globale accostato alle grandi città del mondo.
La mostra, oltre a rappresentare un successo di pubblico, si è dimostrata quindi essere anche un successo da un punto di vista economico e di grande visibilità per l'Amministrazione comunale, che ha scommesso su un artista di livello globale e abituato a città di ben altre dimensioni come Londra, Roma, Tokyo o New York che hanno ospitato nel passato alcune delle sue opere più famose - come "The girl and balloon" – che si sono potute ammirare a Sarzana in questi mesi.
Essendo stata chiusa per circa due mesi dai provvedimenti nazionali dovuti all'emergenza pandemica, dai costi previsti e accantonati a bilancio dall'amministrazione comunale per la mostra (con delibera dedicata a fine 2020) sono stati esclusi circa 10mila euro per servizi logistici.
Di fatto, l’esposizione ha potuto vivere in regime di “zona bianca” soltanto per una settimana, dato che gli altri giorni di apertura ricadevano nelle prescrizioni della “zona gialla”.
Complessivamente quinti i costi sostenuti dal Comune di Sarzana possono dirsi molto contenuti, a fronte di una straordinaria visibilità, in circa sei mesi, per la città e della vivacità culturale espressa durante il periodo di pandemia, oltre all’inserimento di Sarzana nel circuito della grandi mostre d'arte, garantito proprio da un artista che, fino a qualche mese fa, sembrava impossibile da accostare a una piccola città come la nostra.
"La cultura, anche in un periodo buio, oltre al suo valore intrinseco si conferma un elemento importante del rilancio del tessuto sociale economico della nostre città - dichiara il sindaco Cristina Ponzanelli - oltre ad avere la forza di veicolare un forte messaggio di fiducia e di speranza. Banksy a Sarzana, anche nel periodo più difficile, è stato anche promozione e marketing della città: una scelta in cui abbiamo creduto da subito e in ogni istante, e che i numeri mostrano positiva. Quando molti chiudevano, Sarzana ha voluto aprire una delle prime mostre in Italia durante la pandemia. I cittadini hanno risposto positivamente, mostrando che l'arte e la cultura rappresentano la migliore delle testimonianze di libertà. Proseguiamo ora in questo percorso, contenti di un grande successo come abbiamo fortemente voluto credere, sin dal primo momento della nostra scelta"
La mostra di Banksy dunque si conferma essere stata innanzitutto una scelta coraggiosa e lungimirante che in un periodo tanto difficile come quello che stiamo vivendo, riconfermando Sarzana capitale culturale della vallata del Magra.
LA MOSTRA
"Early artist known as BANKSY. 2002 2007 prints selection" – a cura di Stefano S. Antonelli e Gianluca Marziani, promossa e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale – ha riaperto gli spazi della Fortezza Firmafede di Sarzana dopo la chiusura imposta dall'emergenza pandemica. Dal 2 febbraio al 6 giugno 2021, con il sostegno del Comune di Sarzana e il patrocinio della Regione Liguria e della Direzione Regionale Musei Liguria del Mibact, nel complesso mediceo della Cittadella, è stata in esposizione una intensa selezione di serigrafie originali su carta, realizzate dall'artista britannico tra il 2002 e il 2007, che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici.
Oltre alle iconiche Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, votata in un sondaggio promosso da Samsung nel 2017 come l'opera più amata dai britannici, e Love is in the Air, lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell'area della West Bank, saranno in mostra altre opere fondamentali nel percorso artistico di Banksy.
Tra queste tre serigrafie, Love Rat, Gangsta Rat e Get out while you can, tutte del 2004, che trasformano i ratti in protagonisti della scena sociale contemporanea e confermano l'attenzione di Banksy per gli animali, visti, racconta l'altro curatore della mostra Gianluca Marziani come «soggetti privilegiati, membri di una comunità aperta che rappresenta l'ingenuità istintiva, l'anarchia innata, la libertà di gridare ciò che gli esseri umani hanno perduto sotto il peso dell'anestesia sociale». Assieme ai ratti anche le scimmie, altri animali feticcio dell'artista britannico, sono protagoniste delle sue opere: Laughnow (2003), dove il primate protagonista è usato per testimoniare l'arroganza dell'uomo nei confronti di altre specie viventi, e Monkey Queen (2003), dove spicca una Regina Elisabetta II con il volto da scimmia, apparsa per la prima volta dipinta a stencil sul finestrone centrale del Chill Out Zone, un club londinese.
Altra opera fondamentale in mostra è la Virgin Mary, conosciuta anche come Toxic Mary, una serigrafia su carta del 2003: con tutti i suoi rimandi all'iconografia del Rinascimento, viene reinterpretata secondo la tecnica del "détournement" che ne mette in crisi il significato classico. Secondo alcuni l'opera rappresenta una dura critica di Banksy al ruolo della Religione nella Storia.
Tre i lavori che, in particolare, impongono una riflessione sul tema dell'anti-militarismo caro all'artista: Happy Choppers serigrafia su carta del 2003, che raffigura uno squadrone di elicotteri d'assalto con un fiocco rosa che ne adorna il rotore e rimanda, con un paradosso estetico, alla Guerra di Corea; CND Soldiers, lo stencil che Banksy ha realizzato nei pressi del Parlamento britannico nel 2003, considerato la sua più iconica dichiarazione artistica contro la guerra, in risposta al coinvolgimento della Gran Bretagna nella battaglia in Iraq.
Infine Bomb Love, dove su uno sfondo rosa pop, una bambina abbraccia una bomba come se stesse abbracciando un orsacchiotto. L'immagine, pubblicata in 750 copie serigrafiche da Pictures On Walls proprio durante le manifestazioni in Gran Bretagna per criticare l'intervento congiunto con gli USA contro l'Iraq, è una chiara presa di posizione contro il concetto governativo di "guerra per esportare la democrazia". È un immaginario semplice ma non elementare quello di Banksy, perfetto per tempi e modi di produzione, confezionato per la comunicazione di massa: un nucleo di messaggi immediati che, affrontando i temi del capitalismo, della guerra e del controllo sociale, mette in scena le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo.