La storica Fortezza Firmafede presenta la mostra The artist known as Banksy a cura di Stefano S. Antonelli e Gianluca Marziani, promossa e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale, con il sostegno del Comune di Sarzana.
Originario di Bristol, nato intorno al 1974, identità nascosta fin da subito, inquadrato nei confini generici della street art, Banksy rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio, esemplare caso di enorme popolarità per un autore vivente dai tempi di Andy Warhol. Banksy incarna la miglior evoluzione della Pop Art originaria, il primo ad aver connesso le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale.
A parlare, al posto di colui che nessuno ha mai visto e di cui nessuno conosce il volto, sono le sue opere. Immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica.
La mostra The artist known as BANKSY riapre, dopo l’emergenza covid19, gli spazi espositivi della Fortezza, considerata un mirabile esempio di architettura militare fiorentina della fine del ‘400 e oggi polo espositivo.
A Sarzana, dal 30 gennaio al 6 giugno 2021, salvo eventuali modificazioni o chiusure disposte per il contenimento dell'emergenza pandemica, saranno in mostra una selezione di oltre venti serigrafie originali, quelle che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici. Le opere riprodotte hanno avuto genealogie e percorsi eterogenei, diventando talvolta veri e propri “affreschi urbani”, spesso rimossi rubati o consumati dal tempo. Sono queste le immagini che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
Tra le opere in mostra ci sarà l’iconica Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, votata nel 2017, in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera più amata dai britannici. Ci sarà poi Love is in the Air, un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori, messaggio potente a un passo dai lanciatori di pietre del palcosce- nico più caldo del Mediterraneo.
Altra opera fondamentale, con tutti i suoi rimandi all’iconografia del Rinascimento, reinterpretata secondo la tecnica del “détournement” che ne mette in crisi il significato classico, è la Virgin Mary, conosciuta anche come Toxic Mary, una serigrafia su carta del 2003 che, secondo alcuni, rappresenta una dura critica di Banksy al ruolo della Religione nella Storia.
«Un’opportunità straordinaria che abbiamo voluto cogliere da subito, per trasmettere un messaggio forte: Sarzana riparte dalla cultura e dall’arte - ha commentato il sindaco e assessore alla cultura Cristina Ponzanelli. - Nutriamo la consapevolezza che attraverso la cultura non soltanto si possa rilanciare il nostro tessuto economico, ma anche veicolare ai cittadini un forte messaggio di speranza e fiducia in un futuro che, per quanto ancora incerto, deve vedere ciascuno di noi protagonista.
Sarzana ha già mostrato di sapere e volersi muovere in questa direzione, ma siamo ancor più desiderosi di continuare a lavorare migliorando ancora l'immagine, l'appeal e la vivibilità della nostra Città. Per questo abbiamo compiuto questa scelta alta e se vogliamo radicale, ovvero quella di organizzare una grande mostra d'arte di Banksy nella nostra Fortezza Firmafede.
Proprio in questo periodo buio, alzando in questi mesi difficili il livello delle nostre proposte culturali e museali. Crediamo che con i fatti, e non soltanto con le intenzioni, Sarzana possa e debba essere all'altezza di progettualità culturali di tale levatura».
Banksy preferisce da sempre la diffusione orizzontale di immagini rispetto alla creazione di oggetti unici. Una lezione mutuata da Andy Warhol con il suo approccio seriale e l’uso metodico della serigrafia. È un immaginario semplice ma non elementare quello di Banksy, perfetto per tempi e modi di produzione, confezionato per la comunicazione di massa: un nucleo di messaggi immediati che, affrontando i temi del capitalismo, della guerra e del controllo sociale, mette in scena le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo.
Per la prima volta una mostra esamina e analizza le immagini originali di Banksy all’interno di un quadro semantico esaustivo che ne veicoli origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi, implicazioni e piani di pertinenza. A completamento del percorso espositivo, il pubblico avrà a disposizione un’infografica sulla cronologia dell’artista e ampie schede analitiche su tutte le opere.
Per Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, «produrre, aprire e visitare questa mostra dedicata all’approfondimento e alla conoscenza dell’opera dell’artista più controcorrente su scala globale, dopo il 2020 e dopo la chiusura delle strutture museali dovuta alla seconda ondata della pandemia di sars covid 19, è un atto di amore, di coraggio e di speranza nei confronti del valore dell’arte e della cultura. Il rapporto tra l’imponente fortezza medicea e la potenza dirompente e trasgressiva delle opere di questo artista sono destinate a suscitare un forte impatto tra i visitatori».
Questa mostra è esito di un progetto scientifico, analitico e critico indipendente. L’artista conosciuto come Banksy non è coinvolto nel progetto espositivo, pur essendone stato informato.
(Ufficio Stampa MetaMorfosi)