Nei giorni scorsi, alcuni appassionati dell’Alpinismo Lento, hanno avanzato una interessante, suggestiva e salutare proposta per il tempo libero. Importante soprattutto adesso che le comunità, nell’emergenza coronavirus, hanno bisogno di vivere all’aria aperta. Si tratta di un cammino che attraverso antichi borghi che si affacciano sul mare, conduce alla “Pietra del Diavolo”, il grande megalite a forma piramidale, che misterioso, vede la sua storia collegata a tante leggende che parlano di streghe, fredde notti, fuoco, isola dei defunti ed oscure presenze.
Così, l’associazione Mangia Trekking, ha effettuato una piacevole camminata, con un percorso ad anello, in un territorio estremamente panoramico per andare ad osservare a Tramonti, tra Biassa, Schiara e Monesteroli, quello che in realtà è un vero e proprio Menhir. Un grande masso in pietra serena, che pare non aver nulla in comune con le terre argillose circostanti.
Esaminato per la prima volta dallo storico Ubaldo Mazzini, il “Menhir di Tramonti” per tanti anni è stato studiato dagli archeologi, e si ipotizza che nell’età del bronzo, fosse un preistorico sito astronomico e religioso. Sembrerebbe essere confermato anche dal fatto che accanto al megalite, vi sono due pietre più piccole, una con un foro circolare e l'altra con uno rettangolare. Come il Menhir di Monte Capri, quello di Tramonti potrebbe essere un modello delle famose "statue stele" della Lunigiana. Dopo una piacevole sosta ed una foto ricordo, gli amici del Mangia Trekking, mentre si domandavano come avesse fatto quel gigantesco masso (il cui peso è stimato intorno alle 4 tonnellate) ad essere trasportato a circa 500 metri di altitudine, hanno proseguito il loro cammino, per andare a vedere sorgere la Luna sul Golfo dei Poeti.