Si è aperta con l’onorevole Pietro Bartolo in collegamento da Bruxelles la seconda serata di “Percorsi” che questa volta, sempre nell’ottica di approfondire scenari attuali per leggere al meglio la contemporaneità, ha affrontato il tema più caldo della rassegna organizzata dal Comune di Santo Stefano Magra, quello dell’accoglienza.
Insieme a Bartolo, medico ed europarlamentare noto per essere da trent’anni in prima linea nell’accoglienza ai migranti sull’isola di Lampedusa, il secondo ospite della serata di ieri, Marco Aime, antropologo e docente all’Università di Genova, entrambi intervistati da Filippo Lubrano, scrittore spezzino, che ha rotto il ghiaccio invitando gli ospiti a raccontare il “Mediterraneo”.
«Il mare nostrum per queste “persone” che io definisco sempre e solo tali, né migranti, né rifugiati, ma solo persone, persone che fuggono da inimmaginabili atrocità, è spesso l’unica via di fuga da una vita tragica ed è solo l’ultima parte del viaggio – ha commentato Bartolo – Il nostro mare, un mare che per noi, per la nostra cultura è un “luogo di vita”, è diventato un “luogo di morte” in cui hanno perso la vita oltre 40 mila donne, bambini e uomini solo negli ultimi anni. Persone che non dovrebbero neanche metterci piede in mare, ma che dovrebbero essere condotti in Paesi sicuri attraverso corridoi umanitari.»
Nel corso dell’intervista, che si è svolta di fronte a un pubblico ammutolito dalle toccanti testimonianze rilasciate dai relatori, sono state molte le parole chiave sollevate attorno al tema dell’accoglienza: «Sono trent’anni che mi occupo del fenomeno migratorio, e dico “fenomeno” e non “problema” perché questo è un appunto un avvenimento che nasce con l’uomo, un qualcosa di inesorabile che va sicuramente governato e affrontato con lungimiranza ma che non si può arrestare.»
Dello stesso parere anche Aime: «Da quando siamo usciti dall’Africa come homo sapiens, ci siamo sempre mossi. Se oggi i genetisti ci dicono che non si può parlare di “razze” umane ma di “razza” è perché ci siamo sempre incrociati, accoppiati, mescolati. La storia dell’umanità è fatta con i piedi, nel senso di spostamenti incessanti. È un normale avvicendamento che c’è sempre stato nella storia dell’umanità. Arrestarlo è pura utopia.»
L’Europa, ennesima parola chiave della serata, in questo quadro ne esce essenzialmente come il frutto di contaminazioni, intese come arricchimento individuale e collettivo. «I migranti sono una risorsa, una ricchezza, un’opportunità – continua Aime – E oggi con il Covid questa evidenza è sotto gli occhi di tutti. Un esempio? Non si trovano braccianti per le vendemmie.»
Questo breve ma intenso viaggio nelle parole dell’accoglienza procede di pari passo con un crescendo di emozioni, racconti ancora tabù, domande a cui è difficile dare risposte: «Cosa diremo ai nostri figli quando ci chiederanno conto di tutti i morti in mare?» si interroga Bartolo che da europarlamentare denuncia dall’interno lo sforzo non ancora sufficiente fatto dall’Europa per gestire il fenomeno migratorio. In chiusura, una sua ultima considerazione che vede di nuovo le parole al centro: «Accoglienza, solidarietà, rispetto della vita, non sono parole buoniste. Sono i fondamenti dell’umanità.»
L’appuntamento di questa sera con Anna Oliverio Ferraris è posticipato a domani, 30 agosto, causa allerta meteo. L’incontro con l’attesa ospite, medico e biologa studiosa di psicobiologia e neuroscienze che affronterà per l’occasione il tema delle parole nell’educazione, si terrà alle 18.30 in Piazza della Pace (è ancora possibile prenotare alcuni posti in presenza: 0187 648366 / 331 6793162 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ). Sempre domani, alle 21.30, l’ultimo appuntamento con “Percorsi” vedrà protagonista il giornalista e scrittore italo-libanese Gad Lerner (incontro sold out). Si ricorda che è sempre possibile seguire la rassegna in diretta streaming sulla pagina Facebook del Comune: https://www.facebook.com/santostefanomagra