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La XVII edizione del Festival della Mente è dedicata al sogno: ecco tutto il programma In evidenza

Quest'anno gli eventi si potranno seguire anche online.

Da sinistra: Andrea Corradino (presidente Fondazione Carispezia),Benedetta Marietti (direttrice del festival) e Cristina Ponzanelli (sindaco di Sarzana) Da sinistra: Andrea Corradino (presidente Fondazione Carispezia),Benedetta Marietti (direttrice del festival) e Cristina Ponzanelli (sindaco di Sarzana)

 

La XVII edizione del Festival della Mente si terrà a Sarzana da venerdì 4 a domenica 6 settembre. Il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee è promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana e ha la direzione di Benedetta Marietti (www.festivaldellamente.it).

Nonostante i lunghi mesi di emergenza sanitaria il festival torna come appuntamento imprescindibile ponendosi come motore di una crescita non solo culturale ma anche economica e sociale. Quest’anno la manifestazione si presenta con un format nuovo, rivisitato, ma che mantiene l’impronta tradizionale e riconoscibile nel rispetto delle norme di contenimento del virus Covid-19. 20 incontri in presenza di pubblico, contemporaneamente trasmessi in live streaming, per allargare la comunità del festival oltre i confini della città; 4 di questi incontri saranno ibridi, con un relatore a Sarzana che dialoga a distanza con un ospite in collegamento video. Il programma comprende anche 6 contributi video di ospiti internazionali, realizzati appositamente per il festival e visibili solo online, sul sito e sui canali Facebook e YouTube nei tre giorni della manifestazione.

Il filo conduttore di questa edizione è il sogno, una parola dai molteplici significati, letterali o metaforici, che può essere declinata e interpretata in modo diverso dai relatori in ambito umanistico, scientifico, artistico, che rispecchia la natura multidisciplinare del festival e che si presta a generare riflessioni sul mondo contemporaneo.

«Ho in me tutti i sogni del mondo. È stato il verso di una poesia di Fernando Pessoa intitolata Tabaccheria a ispirare il filo conduttore della XVII edizione del Festival della Mente» dichiara Benedetta Marietti, direttrice del festival «In questi ultimi mesi la parola “sogno” ha acquisito un nuovo significato e oggi, dopo quello che è successo, simboleggia il desiderio di costruire un mondo nuovo, diverso, più umano e sostenibile, che possa e debba ripartire dalla cultura. Attraverso le voci sapienti e appassionate dei suoi relatori, il festival può contribuire a dare una risposta ai nostri bisogni più profondi e a trasmetterci speranza. E proprio perché mette al centro l’idea e la pratica della condivisione, rappresenta uno straordinario ponte che unisce fra loro le persone, rispondendo così a una responsabilità sociale di cui l’interlocutore è la società intera».

LE CONFERENZE

Apre il festival l’immunologo Alberto Mantovani, il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale, con la lectio magistralis “Immunità, dal cancro a Covid-19: sogni e sfide”. Negli ultimi anni sta diventando realtà il sogno dei padri della medicina: utilizzare le armi del sistema immunitario nella lotta contro il cancro. Le terapie immunologiche si sono affiancate con successo alle strategie tradizionali. Il sogno, ora, è trovare nuove armi sempre più efficaci, ma anche coniugare l’avanzamento tecnologico con la sostenibilità. Un’altra sfida è capire – e plasmare – la risposta immunitaria contro il virus Covid-19. Infine, ma non ultima, la condivisione delle terapie più nuove ed efficaci, a livello mondiale, a beneficio della salute di tutti (ingresso libero con biglietto).

Il sogno nella letteratura
Amore, amicizia, perdono e tradimento, desideri proibiti e sogni ad occhi aperti. È possibile parlarne senza retorica? Lo scrittore Eshkol Nevo, abile tessitore di storie, in collegamento da Israele, ne tratterà con lo psicologo e giornalista Massimo Cirri. Sul palco del festival anche l’artista e fotografa Pax Paloscia che ha illustrato l’ultimo libro di Nevo Vocabolario dei desideri, uscito quest’anno per Neri Pozza. Tre piani, romanzo di Nevo del 2017, è diventato un film con la regia di Moretti, di prossima uscita.
Lo scrittore Paolo Di Stefano racconta l’emigrazione italiana del dopoguerra: a seguito di un accordo tra i governi di Roma e Bruxelles del 1946, migliaia di giovani italiani andarono a lavorare nelle miniere belghe in cambio di carbone, allettati da promesse di agiatezza. I sogni di benessere, però, si tramutarono in sacrifici e nostalgia e, talvolta, in tragedie, che fecero ben presto dimenticare le premesse che li avevano spinti a partire.
Da Sarzana Alessandro Zaccuri si confronta, in videocollegamento, con l’iraniano Kader Abdolah, uno dei più importanti scrittori del suo paese, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, rifugiato politico in Olanda dal 1988. Grande testimone della necessità dell’incontro con l’altro, è un cittadino europeo del XXI secolo, capace di ospitare nel proprio sguardo culture differenti e di maturare così una nuova visione del mondo.
Matteo Caccia, che raccoglie, scrive e racconta storie per la tv, il teatro e la radio, esplora il tema del sogno delle vie d’Europa con lo scrittore e conduttore radiofonico Mathijs Deen, in collegamento video dall’Olanda, che ci parla di come le vie di transito europee non siano mai state protagoniste di un'epica nazionale come quelle degli Stati Uniti. Eppure anche l'Europa ha una rete interconnessa di strade che attraversano l'intero continente: passaggi che nel corso dei secoli sono stati battuti da esploratori, conquistatori, mercanti, eserciti in battaglia, gente in cerca di fortuna o in fuga da persecuzioni (evento in collaborazione con il festival I Boreali).

I sogni della storia
La storia è da sempre molto amata dal pubblico del festival: Alessandro Barbero, amico di lunga data della manifestazione, quest’anno tiene una lezione dedicata a “Il sogno nella letteratura medioevale”. L’ambizione di trovare un senso ai sogni accompagna da sempre l’umanità. Per gli uomini del Medioevo, come per gli antichi, il sogno era un avvertimento numinoso, non un corto circuito prodotto dal proprio inconscio; ma anche loro sapevano che nel sogno le leggi della logica e della fisica sono sospese. Perciò i loro scrittori ricorrevano al sogno quando volevano inquadrare un materiale davvero sbalorditivo: ne è un esempio il Dante della Commedia.
Lo scrittore e studioso del pensiero antico Matteo Nucci tiene due incontri – uno sulle Termopili e uno su Salamina – incentrati sul grande sogno della libertà degli antichi Greci. Il primo è dedicato alla battaglia delle Termopili, che vide opposti l’esercito persiano del re Serse e una coalizione delle poleis greche. L’esito sembrava scontato, vista la schiacciante superiorità numerica dei persiani; ma trecento spartani, guidati da Leonida, resistettero tre giorni al passo delle Termopili, mentre la flotta persiana fu danneggiata da una tempesta e dalle triremi ateniesi.
Pochi giorni dopo, Serse lasciò che i suoi soldati depredassero una Atene semideserta: il genio politico e militare dell’ateniese Temistocle, che aveva fatto evacuare la città, spinse gli stranieri in trappola nelle strette acque di Salamina, dove le triremi greche distrussero la flotta persiana sotto gli occhi di Serse. Il sogno greco si fa realtà: è impossibile sottomettere chi non è disposto a rinunciare alla propria libertà.

I sogni della scienza
Il neuroscienziato Piergiorgio Strata analizza il sogno dal punto di vista dell’attività cerebrale: senza sonno vi è la morte per il crollo delle difese immunitarie. In assenza di messaggi che provengono dal mondo esterno, il cervello mantiene una determinata comunicazione al suo interno mettendo insieme in maniera frammentata memorie recenti e lontane. Da qui emergono contenuti che si manifestano come sogni, un'attività mentale da mettere sullo stesso piano di quella della veglia.
“L’evoluzione imprevedibile” è il titolo dell’incontro tra il filosofo della scienza Telmo Pievani, a Sarzana, e il filosofo teoretico Carlo Sini, membro dell’Accademia dei Lincei, collegato in videoconferenza. Il confronto fecondo tra le loro visioni sulla nascita dell’uomo culturale apre la strada a un dialogo costruttivo tra scienza e filosofia: Pievani usa la metafora della matrioska per suggerire la complessità stratificata e irriducibile delle forme viventi sul nostro pianeta, virus compresi. Sini definisce ogni teoria efficace un sogno riduttivo, ma esatto e necessario.
Telmo Pievani tiene anche una conferenza-spettacolo per raccontare al pubblico quella che in filosofia della scienza si chiama “serendipità”: gli scienziati si pongono una domanda di ricerca, progettano esperimenti, e si imbattono in evidenze inaspettate. La penicillina, i raggi X, il primo chemioterapico, il vaccino attenuato, i vetri infrangibili, il forno a microonde ne sono alcuni esempi, e dimostrano come la natura sia molto più grande dell’immaginazione di scienziati e filosofi e sia sempre pronta a sorprendere.

Il sogno nell’arte
La storica dell’arte Anna Ottani Cavina parla di “Sogni dipinti” ripercorrendo l’età romantica: alcuni artisti, fra Settecento e Ottocento, avvertirono la fascinazione per il mondo dei sogni e dell’inconscio, con forte anticipo sulle acquisizioni della scienza, segnando una rottura con la realtà e un affondo nelle tenebre dell’individuo.
La videoartista svizzera Ursula Biemann orienta la sua ricerca verso luoghi remoti, dove investiga il cambiamento climatico e la politica ecologica del petrolio, dell’acqua, delle foreste e del ghiaccio. Nel suo lavoro, intreccia vasti paesaggi cinematografici con filmati documentari e scoperte scientifiche per narrare una realtà del nostro pianeta in evoluzione, oscillando tra registri empirici, poetici e fantascientifici.

I sogni dell’individuo e della società
L’antropologa Arianna Cecconi, che collabora anche con il Centro del sonno di Marsiglia, parte da una ricerca etnografica nata sulle Ande Peruviane e proseguita in Europa per esplorare i diversi modi dei popoli di sognare, raccontare e interpretare: spiega così che persino gli avvenimenti storici e le crisi sociali entrano nei nostri sogni creando una trama onirica collettiva.
Lo psicoanalista e sociologo Luigi Zoja affronta il tema “Sogni, visioni, profezie”. In pochi anni il rapporto con i nostri sogni è cambiato più che nel resto della storia. I sogni un tempo avevano senso personale e collettivo divenendo mito, narrazione condivisa. Simile era la visione, dove figure inconsce si manifestano a mente sveglia. Se essa poi era rivolta al futuro, traboccava in profezia, che indica il destino a singoli, gruppi, popoli.
Dati alla mano, quali sono i ritardi da colmare per essere un paese migliore? Quali sono le tappe da percorrere per avverare i nostri sogni di progresso e smentire le profezie più funeste? Lo spiega Massimiliano Valerii, direttore del Censis. Nel mezzo della recessione globale causata dalla pandemia, esitiamo tra gli errori della percezione e la certezza dei segnali di allarme: c’è però qualcosa che ciascuno di noi può fare.
La psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris pone l’accento sul pericolo che corrono i ragazzi che a volte cercano l’avventura nel mondo virtuale, attraverso partecipazione a videogiochi, esplorazione di siti estranianti o violenti. In rete possono trovare imbonitori, come i trapper che insegnano loro la trasgressione e l’uso delle droghe. Questo tipo di “sogno” terrorizza genitori ed educatori.
“Sogni, corpi e delitti” è il titolo dell’incontro con l’anatomopatologa e antropologa Cristina Cattaneo e la giornalista Alessandra Tedesco. Il sogno del medico legale è quello di svelare i tanti misteri che si nascondono dietro la realtà, di restituire un’identità alle vittime. La dottoressa Cattaneo ci racconta storie di passione e tenacia di medici, biologi, archeologi e naturalisti che hanno contribuito ad aiutare la giustizia, ma anche a farci scoprire qualcosa di più su popolazioni antiche.

GLI SPETTACOLI

La compagnia di danzatori contemporanei Abbondanza/Bertoni, una delle realtà artistiche più prolifiche del panorama italiano, porta sul palco del festival Hyenas, spettacolo dedicato alla relazione tra viso e maschera. Con la metafora di un ballo in maschera si portano in scena i mille volti dell’uomo d’oggi e la sua incapacità al silenzio. Il silenzio appartiene alla maschera.
Il comico Giacomo Poretti, che prima di diventare un famoso attore è stato infermiere, sbarca a Sarzana con il monologo “Chiedimi se sono di turno”, che attinge alla sua esperienza personale, per sorridere assieme al pubblico delle sue memorie di corsia. Lo spettacolo è scritto e interpretato da Poretti, con la regia di Andrea Chiodi, ed è anche un omaggio agli eroi che hanno portato il peso della recente pandemia.

I CONTENUTI SPECIALI

Arricchiscono il programma del festival 6 contributi video realizzati appositamente per il festival da pensatori italiani e internazionali e disponibili nei giorni della manifestazione sul sito e sui social.
Arundhati Roy, scrittrice e attivista indiana impegnata nel campo dei diritti umani, discute con il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn della pandemia intesa come opportunità per rompere con il passato e immaginare un nuovo mondo. Siamo di fronte a un portale: possiamo scegliere di attraversarlo trascinandoci dietro odio e pregiudizi, avarizia, ideali ormai morti, fiumi e cieli inquinati. Oppure possiamo oltrepassarlo alleggeriti, pronti a immaginare un nuovo mondo e a combattere per esso.
Il fisico informatico Alessandro Vespignani, della Northeastern University, è tra i massimi esperti di epidemiologia computazionale, famoso nel mondo per i suoi lavori nel campo delle predizioni scientifiche e della teoria delle reti. Le nostre tracce sono ovunque: i pagamenti con il bancomat dicono cosa possiamo permetterci e cosa ci piace; il gps sullo smartphone registra i nostri spostamenti; l’algoritmo di Facebook impara i nostri gusti fino a conoscere che cosa abbiamo intenzione di votare alle prossime elezioni. Non è più utopico utilizzare questi dati per scrutare il futuro di fenomeni molto più grandi: pandemie, guerre, crolli economici e politici, disastri naturali. Ma gli algoritmi non devono diventare oracoli indiscussi, altrimenti il sogno si trasforma in un incubo.
Alfredo Brillembourg, architetto di fama mondiale, insignito dalla Biennale di Venezia del Leone d’oro nel 2012 per il miglior progetto della Mostra Internazionale, da anni studia i meccanismi di sviluppo della metropoli contemporanea. Con Paola Piscitelli, esperta di Urbanistica e Politiche del Territorio, riflette su come la pandemia abbia anche rivelato un mondo di città ineguali: nel “dopo” che abbiamo da scrivere, dobbiamo riappropriarci dell’urbano come utopia collettiva, orizzonte sconfinato di cittadinanza plurale, arena di rifondazione politica a partire dagli attraversamenti e non dalle distinzioni, affinché ci sia spazio per i sogni di tutti.
Lo scrittore francese Jean-Paul Dubois – vincitore del premio Goncourt 2019 – esplora temi esistenziali con il giornalista Stefano Montefiori. È possibile per un uomo vivere in pace con i propri fantasmi? Il bene e il male, i doni della vita e l’ingiustizia, la fraternità e la rabbia, la pace e la ribellione, la perdita dell’amore, il rapporto con il padre, i sogni di chi è in prigione.
Jill Lepore, figura unica nel panorama culturale americano, esperta di Storia americana dell’Università di Harvard e collaboratrice del New Yorker, parlerà con Alessandro Portelli, studioso di cultura angloamericana, dell’identità di una nazione plasmatasi in cinque secoli di storia.
Un altro contributo video sui sogni sarà proposto dal neuroscienziato e biologo Sidarta Ribeiro, famoso per i suoi studi sul sonno. Cosa sono i sogni? A cosa servono? Ribeiro, fondatore e direttore del Brain Institute all’Università Federale del Rio Grande do Norte in Brasile, ci conduce alla scoperta delle risposte in un viaggio che parte dalla biologia molecolare, dalla neurofisiologia e dalla medicina, per arrivare alla psicologia, all’antropologia e alla letteratura.

APPUNTAMENTI PER BAMBINI ED EXTRAFESTIVAL

Il Festival della Mente non dimentica i più piccoli e dedica loro tre eventi, a cura di Francesca Gianfranchi. Due passeggiate, alla scoperta delle piante, degli alberi e della città, e un evento con Federica Gasbarro, studentessa in scienze biologiche, attivista del movimento Fridays For Future di Greta Thunberg, trasmesso in streaming sul sito del festival.
Torna anche quest’anno parallelaMente, rassegna off giunta alla settima edizione, coordinata da Virginia Galli, Francesca Giovanelli e Elisa Palagi, che si svolge il 3 settembre nel centro storico di Sarzana e che vede come protagonisti artisti e associazioni culturali del territorio.

BIGLIETTI

Biglietti: lezione inaugurale gratuita con biglietto; conferenze 4,00 €; spettacoli 10,00 €

Tutti gli eventi sono visibili anche online gratuitamente nei tre giorni della manifestazione su www.festivaldellamente.it e sui canali Facebook e Youtube, a eccezione degli spettacoli, delle due passeggiate per bambini e di parallelaMente.

Informazioni e prevendite dal 6 agosto: www.festivaldellamente.it

Facebook: @festivaldellamente | Twitter: @FestdellaMente
Instagram: festival della_mente | Youtube: Festival della Mente Sarzana
Hashtag ufficiale: #FdM20

È GRATIS! Compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna stampa.

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Email: segreteria@fondazionecarispezia.it

www.fondazionecarispezia.it

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