Si tratta di fotografie, spartiti, documenti sonori e cinematografici relativi alla corposa attività del musicista spezzino. L'acquisizione si deve alla collaborazione degli eredi, i figli Mirella e Antonio, apprezzato attore di prosa e al diretto interessamento del compianto Maurizio Cavalli degli Archivi della Documentazione Fotografica Multimediale intitolati a Sergio Fregoso.
Enrico Salines, nato alla Spezia il 21 ottobre 1911, da Tilde Bartolommeoni e da Antonio Salines, rivela doti musicali e pittoriche già in tenera età, come evidenzia Monia Donati nella sua tesi di laurea dedicata al maestro spezzino. Il padre lo indirizza subito ai primi studi, dapprima in città con Raffaele Romano e poi, su consiglio del maestro Trebbi, direttore della Corale spezzina, a Parma al Conservatorio di Musica "Arrigo Boito". La sua dimensione artistica si profila al punto che, ancor prima di terminare gli studi, già accompagna al pianoforte la proiezione dei film muti oltre a guidare le orchestre nei vari teatri cittadini.
A 18 anni dirige "La Traviata" al Teatro Politeama Duca di Genova. Grazie a questa performance diventa un po' il simbolo di quella fioritura artistico-culturale spezzina che aveva accompagnato lo sviluppo dell'Arsenale, generando un'accelerazione della situazione socio-economica della città. Dal 1930 al 1940 è direttore d'orchestra al Teatro Monteverdi, il più grande contenitore di spettacoli della Spezia.
Sposatosi con Rina Biso e avuti tre figli, all'epilogo della guerra, dal 1945 al '47, accetta di dirigere una grande orchestra formata da elementi delle forze armate anglo-americane. Questo ingaggio gli offre opportunità artistico–professionali importanti per la sua carriera in Italia e all'estero, da lui, però, disattese, scegliendo di continuare a lavorare alla Spezia e nelle realtà circostanti. Si dedica, quindi, all'attività didattica, dirigendo per molti anni l'Unione Corale della Spezia, mentre nella vicina Carrara, che sin dai primi anni Cinquanta gli offre le occasioni per esprimere la sua articolata personalità artistica, dirige le grandi opere liriche e sinfoniche, rappresenta i suoi componimenti, espone i suoi dipinti; infine dirige l'Istituto Musicale e il Coro Monte Sagro, da lui fondato. Pur essendo un eccellente pianista ed insegnante, ha dato il meglio di sé nelle sue innumerevoli composizioni, con le quali ha affrontato molteplici generi musicali (musica per spettacoli del varietà, da film, per brani teatrali, sinfonica, jazz e opere liriche). Proprio da quest'ultime ha ottenuto i maggiori consensi di pubblico e di critica: "Opere molto fluide, immediate per l'ascoltatore, che riescono a catturarne l'attenzione perché, anche se radicate nella tradizione musicale classica dell'Ottocento italiano, sono di ispirazione moderna con passaggi armonici tipici della produzione musicale del Novecento" scrive Monia Donati.
Tra le composizioni più importanti della sua feconda produzione si ricordano le opere liriche "Il miracolo" (1947), "Paganetta" (1954), "L'ultima notte del vampiro" (1965), "La disperazione di Giuda", "Le nozze di Bartolo" e "Leopardiana", rappresenta in città alla sua presenza; le opere per orchestra "L'orrido" (1930), "Le notti dell'Ira", "Inno alla pace" (1945), "Poema tragico", "Preludio", "Intermezzo", "Suite Siciliana", "La voce dei martiri", "Melodia", "Napoli"; le composizioni e i brani "I sogni e la realtà", "Largo", "Concerto", "Concerto in Mi b", "Alba sul Monte Sagro", "Messa"; le musiche per i film "Zio Vania" e "Concilio d'amore"; le musiche per le pieces teatrali del figlio Antonio Salines, direttore del Teatro Belli di Roma. La sua competenza versatile è fino all'ultimo sostenuta dalla passione per la musica classica, che sapeva trasmettere all'allievo come all'ascoltatore, quella stessa passione che ha profuso per alimentare e stimolare l'atmosfera artistico–culturale della Spezia.
"Con questa acquisizione – spiega il Presidente della Mediateca Regionale Marco Ferrari – la nostra struttura, in attesa di trasferirsi all'ex Cinema Odeon, si arricchisce di documenti che formano l'ossatura dell'evoluzione culturale della città e della Lunigiana. Un fondo che sarà sicuramente utile a chi vorrà studiare la storia artistica del nostro territorio"