“Cari sindacati, finiremo per avere i diritti ma non il lavoro”. Lo ha detto stamani, durante la cerimonia di varo del pattugliatore “Thaon di Revel”, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, rispondendo all’intervento della rappresentante sindacale del cantiere del Muggiano.
“Se andiamo avanti così, avremo più diritti che lavoro e più università che laureati”, ha aggiunto Bono. Che al termine della cerimonia è tornato sulla sua dichiarazione parlando con la stampa: “Lo dico a tutta l’Italia. Ai giovani, ai genitori, alle università. Abbiamo degli studentati a vita e siamo la nazione che laurea di meno. Non capisco perché bisogna tenere i ragazzi fino a trent’anni all’università. Questo era il senso della mia dichiarazione”.
“Stesso discorso per il lavoro – ha proseguito l’ad di Fincantieri - Se si lotta per i diritti e non si lotta per il lavoro si finisce per avere i diritti e non il lavoro. Mi sembra molto semplice: farlo capire agli italiani è più complicato. Però se non ci diamo una smossa culturale, questa sarà la fine”.
Sui temi diritti-lavoro e università-studenti fuori corso, alcune dichiarazioni di Bono avevano già fatto discutere a fine 2016, quando il Comune lo aveva nominato presidente della Fondazione Promostudi, che gestisce il polo universitario spezzino “G. Marconi”.
“Per noi lo studio ed il lavoro erano conquiste sociali, invece oggi ne abbiamo fatto una questione di diritto, ma non c'è nessun diritto al lavoro – aveva detto Bono – L'Italia ne deve giustamente promuovere le condizioni, ma non lo deve mica dare! Questo è uno dei concetti basilari”.