Risulta inoltre evidente come l’ azienda rimuova completamente un dato amministrativo fondamentale: il Piano approvato ad Agosto dello scorso anno prevede come unico sito quello di Boscalino nel Comune di Arcola.
Come abbiamo più volte precisato, a prescindere dal nostro no al biodigestore localizzato in località Saliceti, riteniamo inaccettabile, sotto il profilo del rispetto della legge e degli atti vigenti, che si possa cambiare il sito del biodigestore spezzino senza cambiare il Piano che appunto è lo strumento amministrativo che decide ex lege dove localizzare gli impianti.
Aggiungiamo che abbiamo accolto con grande preoccupazione i toni arroganti che alcuni rappresentanti di ReCos S.p.A hanno avuto verso tutti coloro che si sono posti criticamente verso questo progetto a cominciare dai cittadini dei Comuni di Santo Stefano Magra e di Vezzano Ligure.
Questi toni arroganti, insieme con le palesi violazioni delle procedure di legge in materia, ci convincono sempre di più della inutilità della Inchiesta Pubblica proposta dalla Regione. Dare dei “ballisti” ai cittadini e poi chiedere a loro di partecipare ad un percorso partecipativo assume più i toni di un confronto metaforico da ring di pugilato che da percorso partecipativo.
Peraltro noi pensiamo che le bugie per ora le abbiano solo dette e addirittura votate il Consiglio Provinciale e la Giunta Regionale Ligure che prima hanno votato e sostenuto il sito di Boscalino e dopo pochi mesi hanno cercato di dimostrare che il sito era sbagliato quando crediamo che chiunque viva in provincia di Spezia conosca da decenni le caratteristiche di quella zona anche sotto il profilo orografico (vedi questione delle colline da sbancare in parte).
Non solo, ma nella presentazione del progetto di biodigestore le slide di confronto tra i due siti dimostrano la volontà di rimuovere ogni criticità vera del sito di Saliceti, pur presenti persino nel vecchio Piano del 2002: ci riferiamo in particolare alla vicinanza del fiume Magra ma anche dei punti di prelievo per l’acquedotto spezzino. Il presidente di ReCos S.p.A ha citato la legge nazionale che prevederebbe la limitata distanza di 200 metri. Il presidente rimuove un dato scientifico prima ancora che normativo:
1. in campo ambientale le distanze vanno parametrate ai siti specifici, non sono dei dati matematici assoluti ed astratti;
2. il concetto esposto al punto 1 non è solo un principio ambientale ma è ripreso da una recentissima sentenza della Corte Costituzionale che ha addirittura riconosciuto come limite di sicurezza la distanza di 3.000 metri.
Ricordiamo inoltre che l’ acquifero alluvionale della bassa Val di Magra, che rappresenta la fonte di approvvigionamento per circa 150.000 abitanti della Provincia, é caratterizzato da una significativa vulnerabilità. L’ area di Saliceti si colloca sui depositi alluvionali ghiaiosi fino alla profondità di 30 mt. Il valore particolarmente elevato della velocità del flusso idrico nelle ghiaie sottostanti il futuro biodigestore pari a circa 10 cm al secondo corrisponde a circa 450 mt all’ora. In tale condizione un accidentale sversamento di inquinanti nel terreno raggiungerebbe i pozzi di Fornola nel giro di poche ore.
Alla luce di quanto sopra ribadiamo non solo la nostra ferma opposizione alla localizzazione del biodigestore nel sito di Saliceti, ma anche la nostra volontà di non partecipare ad una Inchiesta Pubblica (invito che estendiamo a tutta la popolazione) frutto di una procedura illegittima e di un modo di decidere e comunicare autoritario e non trasparente indegno di una seria visione della democrazia partecipativa.
Firmatari:
Comitato no biodigestore Saliceti
Comitato la Macchia
Comitato Sarzana, che botta!
Comitato Sarzanese per la Difesa del Territorio
Associazione Famiglie esposte all'amianto
Fridays for future