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A 41 anni dalla legge 194 le iniziative di "Non una di meno" alla Spezia In evidenza

Previsto anche il "Consultorio in piazza".

In previsione del 41°esimo anniversario dall’approvazione della legge 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, che ha decretato la decriminalizzazione dell’aborto e ne disciplina le modalità di accesso, la rete Non Una di Meno lancia ogni anno azioni e iniziative su tutto il territorio nazionale per ribadire a gran voce la necessità di proteggere e difendere la libertà di scelta delle donne e di autodeterminazione del proprio corpo.

Quest’anno grazie all’istituzione del nodo locale di Non Una Di Meno, anche Spezia avrà in programma due iniziative legate al tema.
Si inizierà martedì 14 maggio con l'aperitivo di autofinanziamento a partire dalle ore 19 al circolo Origami (in Via Manzoni 39) seguito dalla proiezione del docu-film: “Aborto. Le nuove crociate” (“Avortement – Les croisés Contre-attaquent”) prodotto dalla rete televisiva franco-tedesca Arté, si tratta di un’inchiesta sull’offensiva che il diritto all’aborto sta subendo in tutta Europa, veicolata da campagne aggressive e generosamente finanziate.

Nella giornata del 22 maggio a partire dalle ore 17 nella cornice di Piazza Brin si svolgerà il “Consultorio in Piazza”: un’iniziativa per scoprire insieme come è nata questa legge, come viene applicata e quali sono le criticità che oggi presenta a 41 anni dalla sua emanazione, grazie all’intervento di professionisti del settore della ginecologia, dei consultori, della psicologia e della formazione.
A sostegno dell’iniziativa saranno presenti rappresentanti della Rete Antissessista di Massa-Carrara e le promotrici di Obiezione Respinta di Pisa.

"Per una sessualità libera, per la contraccezione gratuita, per essere libere di scegliere! - affermano da Non Una di Meno La Spezia - In Italia su 94 ospedali con un reparto di ostetricia e ginecologia solo il 65% effettua interruzioni volontarie di gravidanza. L’obiezione di coscienza nel servizio sanitario nazionale è illegittima perché lede il diritto all’autodeterminazione delle donne. Per questo chiediamo il pieno accesso a tutte le tecniche abortive per tutte le donne, native e migranti, che ne fanno richiesta.
Vogliamo promuovere la de-ospedalizzazione dell’aborto attraverso l’incremento della somministrazione delle pillole abortive: si chiede di armonizzare a livello a nazionale i protocolli di somministrazione garantendo l’accesso all’aborto farmacologico nei tempi omologati in tutta Europa. Tempi che devono essere prescritti da esigenze mediche e non da motivazione etiche.
Assistiamo quotidianamente in ogni parte del mondo a tentativi di compromissione di quei diritti faticosamente conquistati nei decenni. La contraccezione gratuita, il pieno accesso all’aborto, l’educazione a una sessualità libera sono ancora negati o fortemente ostacolati. Per questo ci opponiamo al tentativo di sottrarre alle donne il potere e la libertà di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita, ci opponiamo alla preponderanza dell’obiezione di coscienza in ogni presidio medico e rivendichiamo la riappropriazione di un benessere dato dalla condivisione di sapere e di risorse su cui si basa la libertà di autodeterminazione. Scenderemo in piazza perché sappiamo che la nostra autodeterminazione è un campo di battaglia e non una questione di coscienza individuale. Saremo in piazza per rompere l’isolamento a cui siamo costrette quando affrontiamo l’aborto o quando scegliamo la maternità".

"Lottiamo - proseguono - contro la subordinazione e la violenza e per questo vogliamo welfare per la nostra autodeterminazione, una sanità pubblica laica e a nostra misura, consultori liberi e organizzati per tutte le donne.
Vogliamo la contraccezione gratuita.
Vogliamo l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria per l’ivg, la gravidanza e il parto indipendentemente dalla cittadinanza e dai documenti.
Vogliamo gli obiettori fuori dalle strutture sanitarie pubbliche e dalle farmacie.
Vogliamo l’eliminazione delle sanzioni amministrative per le donne che ricorrono all’aborto fuori dai termini di legge.
Vogliamo l’educazione sessuale nelle scuole.
Vogliamo condividere saperi e desideri".

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