In attesa dell'incontro di mercoledì 8 maggio tra il presidente della Regione Toti, il Parco e i Sindaci delle Cinque Terre, programmato in seguito al sovraffollamento cui abbiamo assistito sabato 27 aprile (cui è seguito il deserto altrettanto significativo del 1° maggio), come residenti e operatori economici delle Cinque Terre riteniamo doveroso tornare sulla questione della gestione dei flussi, come pure sulle emblematiche esternazioni dell'Assessore ai Trasporti e Turismo Gianni Berrino.
Da anni poniamo l'accento sul fatto che ad oggi non sia stata messa in campo nessuna strategia di una qualche lungimiranza per le Cinque Terre. Ben venga quindi, finalmente, il tavolo di concertazione. Ma a questo devono avere voce, assieme a Regione, Sindaci e Parco, in primo luogo i Comitati e le Associazioni dei cittadini e degli operatori economici locali: qualsiasi strada si decida di intraprendere, questa deve essere concertata con i residenti e gli operatori, nel rispetto delle diverse necessità dei singoli borghi.
Mettendo a frutto le esperienze maturate sul campo in anni di lavoro ma guardando al contempo a quanto di più innovativo è stato fatto nel resto del mondo, le associazioni locali hanno intrapreso un percorso di confronto con alcuni dei massimi esperti del settore, per valutare gli impatti sia immediati, che sul medio e lungo termine. Ci attendiamo la stessa condivisione da parte di Sindaci, Parco e Regione. Ricordando a tutti che sono rappresentanti della popolazione e dei settori economici del territorio e non di interessi diversi.
Le uniche azioni concrete cui abbiamo assistito fino ad ora, invece, sono la firma per una nuova stazione "per i crocieristi". Che sono benvenuti, come tutti gli ospiti.
Ma non ci risulta che in questo caso, come in altri, il territorio destinatario dei flussi sia stato interpellato. E non possiamo non sottolineare al riguardo l’inammissibilità di atteggiamenti da "padrone del vapore", quali l'aut-aut posto dall'Assessore Berrino, che ha liquidato un problema complesso quale il futuro “turistico” delle Cinque Terre, contrapponendo a posizioni diverse dalle sue il taglio dei treni, meno servizi per i cittadini e meno risorse per il territorio.
Posto che un servizio ferroviario adeguato, sia per le esigenze di mobilità di turisti e residenti, sia per decongestionare le stazioni, era la prima e più ovvia delle azioni dovute per la vivibilità e il sostegno all'economia di un comprensorio che si estende ben oltre le Cinque Terre, gli ricordiamo che il servizio che viene offerto non è frutto dell'iniziativa di un privato imprenditore, ma è Trasporto Pubblico, finanziato dalle tasse dei cittadini oltre che dai biglietti degli utenti.
Un Assessore ai Trasporti e al Turismo non può parlare dei treni come se fossero nella sua disponibilità. Come non deve essere nella disponibilità di nessuno il diritto del turista di viaggiare e quello dei residenti di potersi spostare per lavoro e di vivere una vita decorosa nelle proprie case. Nessun politico e nemmeno il gruppo attualmente al governo della Regione può pensare d’essere investito di poteri assoluti e rifiutarsi di confrontarsi seriamente - e non solo per protocollo - con le categorie.
E rimanendo sempre nell'ambito del trasporto pubblico ricordiamo che
- non è stato un favore al territorio mettere il biglietto maggiorato - la cui necessità non ci è stata ancora spiegata, come non viene data risposta sui ricavi derivanti dall'attuazione del modello di trasporto ferroviario definito Cinque Terre Express;
- anche applicando la tariffa ordinaria a tutti gli utenti, il margine per il Parco potrebbe rimanere lo stesso, abbassando peraltro il costo della 5terreCard.
- il biglietto combinato treno+parco potrebbe esistere anche a fianco del biglietto giornaliero da 10€, magari declinato in più formule, a cominciare dalla 5terreCard monodirezionale.
Ci attendiamo che il tavolo di concertazione riporti la politica alla sua funzione : trovare soluzioni a problemi in continua evoluzione, dove i settori economici periodicamente si trovano ad affrontare e sopravvivere in stati di crisi - l'esatto contrario del porre degli aut-aut senza soluzioni concordate.
Residenti, pendolari e operatori economici ricorrenti al TAR