"L’operazione condotta dalle Stazioni dei Carabinieri Forestali di La Spezia, Sarzana, Borghetto Vara, Sesta Godano e Varese Ligure, insieme a militari del NIPAAF della Spezia, che ha portato al sequestro dell’impianto di frantumazione di inerti della ditta Serg, mette ancora una volta in evidenza quanto già denunciato da Libera e da tante altre realtà del territorio: la presenza di illegalità diffusa in alcuni settori dell’economia locale, a discapito di imprenditori e lavoratori onesti, e dell’ambiente.
In più occasioni Libera ha ribadito anche in sedi istituzionali – audita presso la Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria - come le sponde del fiume Magra e in particolare il settore della lavorazione degli inerti fosse oggetto di interessi mafiosi, tanto che nel gennaio 2018 la Prefettura della Spezia ha emesso informazione antimafia interdittiva, nei confronti della società “GRANULATI MUTO s.r.l.”, con sede legale in Vezzano Ligure (SP), ritenendo sussistente il pericolo di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionarne la gestione.
Presenze ‘ndranghetiste presenti da tempo sul territorio, in grado di agire tanto nella provincia della Spezia, quanto nella vicina Massa-Carrara.
Nonostante il grande lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, segnaliamo che il continuo rinvio di decisioni o la mancata presa di una chiara posizione da parte della politica sulla tutela dell’ambiente del Parco e sulla presenza di gruppi mafiosi nel settore della lavorazione di inerti legittimano e rafforzano il diffuso contesto di illegalità più volte denunciato".
Libera La Spezia