Gli studenti dell'istituto sarzanese, guidati dai loro insegnanti, hanno mostrato il funzionamento di una innovativa centralina agrometeoreologica, collegata ad un'applicazione dello smartphone ed in grado di monitorare le piantagioni consentendo all'agricoltore di gestire al meglio i trattamenti antiparassitari.
Durante un convegno, tenuto alla Terrazza Colombo, inoltre, Riccardo Simonelli e Giovanni Matteo, rispettivamente docente e tecnico dell'Arzelà, hanno spiegato il funzionamento del dispositivo realizzato da un'azienda austriaca. Azienda che presto potrebbe metterlo a disposizione della scuola sarzanese per esercitare i ragazzi e farlo conoscere sotto l'aspetto tecnologico ai produttori.
Si tratta, entrando più nel dettaglio, di una foglia elettronica, adeguata soprattutto ai vigneti, che rileva i dati meteo e segnala allo smartphone quando le foglie vere sono umide o bagnate a tal punto da correre il rischio di essere attaccate da un fungo.
La delegazione del 'Parentucelli-Arzelà' era guidata a Genova dal vicepreside Massimo Caleo, agronomo, per conto della dirigente Vilma Petricone, impegnata a Parigi insieme ad altri studenti sempre in un'iniziativa scolastica. I ragazzi sarzanesi hanno fatto squadra insieme ai coetanei delle altre scuole della regione Liguria, raccolte sotto le 'insegne' della Rete Nazionale degli Istituto Agrari (Renisa).
Lo stand della digitalizzazione in agricoltura, a forma di iglù, era posizionato davanti al teatro Carlo Felice ed è stato visitato e ammirata dalla presidente nazionale del Renisa, la professoressa Patrizia Marini, regista dell'iniziativa, insieme al direttore generale del settore innovazione del Miur, Simona Montesarchio.
"L'esposizione fatta dai nostri ragazzi e docenti – osserva Massimo Caleo – è stata molto apprezzata. Sulla scia di questo evento ci siamo ripromessi di organizzare in futuro un focus per una riflessione a livello regionale sul percorso di sviluppo dell'innovazione digitale in agricoltura".
"L'Arzelà sta preparando i suoi studenti ai metodi del futuro - aggiunge Caleo -, parliamo di ragazzi che saranno impiegati nelle attività scuola-lavoro e poi in un vero mestiere andando ad operare da esperti nelle aziende dei nostri produttori vitivinicoli ed agricoli come nel caso delle centraline agrometereologiche".