Una storia iniziata ormai 4 anni fa, ma che non è alla fine, anzi appena all'inizio, o sarebbe meglio dire ad un nuovo inizio.
Sono stati infatti iscritti nel registro degli indagati 11 dirigenti Telecom (ora TIM) ed è stato disposto l'incidente probatorio per verificare la presenza di amianto aerodisperso nella centrale TIM di Corso Nazionale, a seguito della querela depositata da tre lavoratori, Maurizio Cozzani, Stefano Perri e Fabio Petrozzi, assistiti dall'Avvocato Andrea Buondonno.
E' l'avvocato a ricostruire la vocenda iniziata ormai 4 anni fa, ancor prima che i tre lavoratori si rivolgessero a lui.
Nel 2015, infatti, loro tre insieme ad altri, hanno chiesto un ATP (Accertamento tecnico preventivo) volto a verificare se nella centrale Telecom di Corso Nazionle 584 ci fosse amianto aerodisperso, quindi potenzialmente pericoloso.
Il giudice, Dottor Panico, nominò un conulente tecnico d'ufficio, l'ingegner Tricerri, mentre come consulente di parte venne scelto il professr Giorgio Lesci. Alla fine della procedura la consulenza sostiene che non c'è dispersione di fibre, quindi l'ATP viene respinta.
I tre lavoratori si rivolgono a questo punto all'Avvocato Buondonno sia perchè hanno patologie connesse all'amianto, sia – tengono a sottolineare – a tutela di tutti i lavoratori, soprattutto sulla base della perizia del Dottor Lesci che era arrvato a conclusioni opposte a quelle che avevano portato a respongere l'ATP
L'ATP non è però impugnabile, pertanto l'Avvocato Buondonno affronta la questione da un atro punto di vista ed imposta una querela che viene depositata alla Procura della Repubblica della Spezia allegando le perizie del dottor Lesci ed analisi tecniche sull'amianto. Ben 6GB di documenti.
Il fascicolo viene affidato alla Dottoressa Soffio che ipotizza il reato di lesioni, concentrando quindi l'attenzione sulla presenza o meno della malattia nei lavoratori querelanti, non sulla presenza o meno nella centrale TIM dell'amianto aerodisperso.
Della visita ai tre lavoratori vengono incaricati due medici ASL.
“A questo – sottolinea l'Avvocato Buondonno – abbiamo provato ad opporci percho bisogna considerare che nella querela avevamo avanzato anche l'ipotesi di responsablità penale, almeno per omissione, da parte di ASL. Quindi affidare i controlli a due medici ASL era per noi un conflitto d'interessi”.
Si va comunque avanti e i medici dicono che non c'è alcuna malattia.
Nessuna perizia, invece, viene fatta sulla presenza di amianto in fibre disperse all'interno della centrale.
Viene richiesta l'archiviazione alla quale viene fatta opposizione, indicando tutta una serie di indagini che sarebbero dovute essere svolte perchè, sottolinea l'avvocato, “i reati legati alla sicurezza sul lavoro ci sono anche se non c'è la malattia”.
L'opposizione all'archiviazione viene accolta dal GIP De Bellis che ha rimesso il fascicolo al PM indicato le indagini e gli accertamenti da svolgere.
A questo punto vengono iscritti nel registro degli indagati 11 dirgenti Telecom, in prevalenza di Roma e Milano, e viene disposto l'incidente probatorio, ovvero la perizia tecnica volta ad accertare se effettivamente ci siano fibre di amianto disperse nella sede di Corso Nazionale.
Verranno effettuati anche nuovi controlli sui lavoratori per accertare le loro condizioni di salute.
“La situazione al momento è questa - dichiara l'avvocato – ora vedremo come andrà avanti. Sicuramente questa può essere una causa pilota perchè abbiamo evidenze di situazioni simili anche in altre sedi del gruppo in Italia”.