Spunta un altro volantino, tra quelli distribuiti ieri in centro dal gruppo di anarchici che ha imbrattato di vernice rossa via Prione e la fontana di piazza Garibaldi. Una vera e propria dichiarazione di intenti che chiarisce le ragioni della protesta, che ha scatenato indignazione e prese di posizione.
Nel mirino degli anarchici (il volantino è nella galleria fotografica in basso), oltre all’intero sistema consumistico, il capitale, il famigerato “produci, consuma e crepa” che muoverebbe anche le masse spezzine, è finito il carcere di Villa Andreini della Spezia, in cui è recluso uno dei membri del gruppo ("Paska, questo è il suo nome").
Accuse pesanti, quelle del gruppo, indirizzate proprio al personale che gestisce il carcere.
“Un nostro amico e compagno è recluso nel carcere della vostra bellissima città di merda – scrivono gli anarchici – Da settembre è recluso presso l’istituto carcerario di Spezia. Nel tempo precedente si trovava prima a Lecce e in seguito a Teramo. Da quando si trova recluso a Spezia sta lottando per il trasferimento in un altro carcere, la sua lotta ha toccato anche pratiche estreme come lo sciopero della fame”.
Poi l’accusa circostanziata: “Non sono mancati isolamenti punitivi e un pestaggio da parte delle guardie occultato dalle stesse”, con “l’impossibilità di farsi refertare”, sostengono gli anarchici, all’interno di “un regime di censura non dichiarato”. “Ecco perché oggi e nei prossimi mesi saremo qua”.
I quattordici protagonisti del gesto sono stati fermati ieri dalla Digos: per 10 di loro, che avevano già altri precedenti, è scattata la misura del foglio di via, che li obbligherà a non tornare alla Spezia per tre anni.
Altro capitolo è quello dei danni, sia per gli esercizi commerciali imbrattati dalla vernice, sia soprattutto per la fontana di piazza Garibaldi.