"Si è sempre distinto per competenza ed impegno - così lo ricorda Paolo Bufano del PD sarzanese - Nel suo ruolo di Assessore ha svolto un ruolo fondamentale nel mettere in rete i castelli della Lunigiana.
Fu poi presidente provinciale de La Margherita guidando gli organismi collegiali di quel variegato e transitorio soggetto politico con grande rigore, serietà e disinteresse. È stato da ultimo appassionato presidente del Museo della Resistenza. Ed è infine uscito dal circuito della politica attiva con grande dignità e discrezione, senza cercare prebende, surrogati o strapuntini di consolazione.
Un'altra grave perdita per il fronte democratico-progressista, un oggettivo impoverimento per l'intera città di Sarzana".
Poche ore dopo la scomparsa di Renzo Bellettato, è arrivata la notizia di un altro lutto: se ne è infatti andato anche Vinicio Serri.
Così lo ricorda Bufano: "Ha raggiunto nel Regno dei Giusti (nella cui esistenza ha come loro sempre saldamente creduto) Giorgio Filippi, Paolo Grasso e Carlo Galletto, tutti scomparsi in anni recenti, fra i più significativi esponenti, insieme a lui, della Democrazia Cristiana sarzanese negli anni 70' ed 80', quando - per un cattolico impegnato in politica - essere all'opposizione del monolite veterocomunista, anche localmente, era quasi un imperativo categorico ma la politica aveva tratti più umani e, fra i suoi protagonisti, circolavano valori più genuini, interlocuzioni più colte, toni più rispettosi.
Latinista e grecista di valore, autorevole (senza essere autoritario) ed amatissimo preside di Ragioneria, fu a lungo consigliere comunale e amministratore del civico ospedale (prima delle USL); intransigente controllore dell'operato di chi amministrava, sottile polemista, fu però a sua volta amministratore aperto, attento esclusivamente all'interesse della comunità.
Quando, a metà degli anni 90', per i cattolici impegnati in politica (i Popolari) si pose l'alternativa fra la coerente militanza nel versante democratico - riformista e un ruolo subalterno ai populisti sul versante conservatore non ebbe esitazioni nello scegliere prima l'Ulivo e poi il Partito Democratico.
E ancora negli ultimi mesi, in quella 'agora'' in miniatura che è stato a lungo il 'canto di San Rocco', non mancava di rappresentare, con arguzia e con veemenza, le ragioni di quella tradizione politica alla quale è rimasto sempre coerentemente fedele.
I Democratici tutti ed in particolare quelli di estrazione popolare lo ricordano con rimpianto e commozione".