Un’associazione apartitica ma non apolitica, che guarda al futuro della città cercando il perduto senso di comunità, questa è “La piazza comune”. 18 soci fondatori con diverse provenienze politiche e lavorative accomunati da un obiettivo comune, traguardare il futuro della città attraverso un nuovo livello della discussione politica.
L’uomo che si è incaricato di fare da trait d’union è Milo Campagni (consigliere comunale alla Spezia nel 1985 ed ex assessore al turismo): “Ci accomuna una visione strategica su questo territorio che manca da troppo tempo. Non vogliamo ricreare uno dei tanti “partitini”, vogliamo creare un gruppo di lavoro che proponga dei progetti per il futuro di questo territorio”.
“Mi sono sempre spesa in prima persona per la cultura e per l’ambiente - afferma Gabriella Tartarini - Sfide o impegni volti a portare progettualità condivisa che ricade sul territorio è la cosa più importante, non sono mai stata una che mugugna”.
Tra i fondatori anche una dirigente del comune di Sarzana che ha ritrovato la possibilità di lavorare per la sua Spezia, Patrizia Rossi: “Ho trovato la voglia di costruire qualcosa di nuovo. Sono contenta di condividere con questo gruppo un’avventura che spero sia produttiva ed importante”.
Proposte, iniziative e uno spazio dove poter discutere delle tematiche chiave della città, come ricorda Salvatore Calcagnini (ex sindaco di Porto Venere): “Questa associazione non sosterrà nessun candidato politico in nessun tipo di elezione, tanto per essere chiari. Siamo solo dei semplici cittadini animati da buona volontà e dalla voglia di fare proposte innovative, ad esempio occuparci delle strategie per il buon governo della città da qui a 20 anni”.
Tra i volti giovani ci sono Claudia Ceccarelli e Filippo Lubrano che esprimono la loro soddisfazione per la nascita di questa nuova entità culturale. “Nel nostro agire possiamo proporre un nuovo modo di fare la politica culturale a favore della comunità in città. Parliamo di una comunità che deve ritrovare il senso dell’abitare in un medesimo luogo, uno spazio costruito dai cittadini per il proprio benessere” sottolinea Claudia Ceccarelli.
Tra gli obiettivi che si prefigura l'associazione c’è la volontà di alzare il livello della discussione in città come ricorda Filippo Lubrano: “Discussione tragicamente appiattita negli ultimi anni, in particolare durante l’ultima campagna elettorale, vorremmo si tornasse a parlare di tematiche di ampio respiro. L’associazione è apartitica e annovera persone molto diverse tra loro e che hanno storie e provenienze politiche diverse (ad esempio Filippo Lubrano è stato uno dei nomi proposti dal candidato Paolo Manfredini alle scorse elezioni amministrative spezzine per un ruolo da assessore). Ci sono comunque tratti comuni, non mi pare di aver riscontrato caratteri xenofobi all’interno dell’associazione, né fascisti, né bolscevichi”.
Diverse competenze e sensibilità pronte a fare squadra su tematiche non prettamente da campagna elettorale. Dietro a questo lavoro, che inizierà passate le feste natalizie e con l’ingresso nel nuovo anno, c’è anche l’intento di creare una nuova classe dirigente che possa guardare ad un futuro della città differente.
“Aldilà delle progettualità di lungo respiro abbiamo parlato anche di microprogettualità, ovvero fare delle cose sul territorio molto concrete” afferma Andrea Buonodonno (candidato nelle liste di Spezia Bene Comune per Massimo Lombardi candidato sindaco alle scorse amministrative spezzine) rimarcando l’apprezzamento per il taglio pragmatico dell’associazione.
Presente anche Paolo Marcesini: “Se si parla di comunità è perché c’è una parte rilevante che pensa che ci sia una mancanza di comunità, così come se si parla di politica di prospettiva vuol dire che gran parte di questa città pensa sia assente una politica di prospettiva”.
“È una gioia quando nasce una nuova associazione - sostiene Alberto Grassi - Associazione apartitica, ma non apolitica, all’interno della quale ci sono diverse realtà che hanno tutte la voglia di fare”.
“Nasciamo ambiziosi, saranno gli altri a rincorrerci sui temi che porteremo - conclude Milo Campagni - Alzare l’asticella della discussione come ambizione, la piazza comune che da il nome all’associazione è quella che manca alla nostra città. C’è anche l’ambizione di creare una classe dirigente che sia culturalmente preparata ed attrezzata per guidare la nostra città per i prossimi 20/30 anni”.