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Centrale Enel addio? Ambientalisti a confronto In evidenza

di Massimo Guerra - Appuntamento sabato 1 dicembre.

Centrale Enel di Vallegrande, non vogliono aspettare il 2021 né tantomeno il 2029 per mettere la parola fine sull'impianto elettrico a carbone. Per questo Italia Nostra, Legambiente, Vas, comitati del levante e di piazza Verdi hanno indetto per domani, 1 dicembre, alle 17 nella sala riunioni Coop di via Saffi l'incontro dal titolo "Centrale Enel della Spezia: uscire dal periodo dei combustibili fossili" con Stefano Sarti, vicepresidente regionale di Legambiente, il giurista ambientale Marco Grondacci, l'epidemiologo Paolo Crosignani e Francesco Ferrante di Kyoto club, in prima linea contro i mutamenti climatici indotti dall'effetto serra.

 

La scadenza 2021 l'ha annunciata la stessa Enel, ventilando una smobilitazione anticipata del sito rispetto alla scadenza naturale delle concessioni, a tutto il 2029. Come padrone dell'area, l'ente nazionale ha tutto il diritto di decidere da sé i tempi tecnici dello spegnimento, ma è ormai evidente che l'Enel stessa ritenga superata e oblsoleta la realtà produttiva spezzina. Per capirlo basta dare uno sguardo a futur-e, il sito aziendale dedicato all'omonimo progetto: "Futur-e - si legge sulla home - nasce come percorso di economia circolare per dare nuova vita a 23 centrali termoelettriche. Impianti che hanno sostenuto la crescita industriale del nostro Paese e che oggi, attraverso la collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso, possono raccontare nuove storie di sviluppo e innovazione sostenibile".

La nuova frontiera di Eni fa decisamente a pugni con il carbone, come si legge nel seguito della presentazione: L’energia che sta cambiando l’Italia.

Consumiamo meno energia, più pulita e in modo più efficiente. Le ragioni sono diverse e allo stesso tempo comuni alla maggior parte dei Paesi più sviluppati del Pianeta: l’evoluzione del mercato energetico si unisce a quella economica, tecnologica, politica e sociale.


Un nuovo paradigma energetico

Le nuove forme di produzione e consumo rendono obsoleto il paradigma energetico esistente: l’elettricità diventa il motore di un sistema circolare, più sostenibile e versatile.

Enel investe in questo cambiamento risorse, esperienza e competenze, per contribuire al rinnovamento del mercato dell’energia e al rilancio dell’economia. Un modello basato su una tecnologia flessibile e capillare, che permette di produrre e portare nelle case energia più efficiente grazie a sistemi intelligenti.

Un sistema energetico basato sull’innovazione e sulla sostenibilità ambientale, per dare all’Italia un’energia nuova. Energia che guarda al futuro delle persone, dei territori e delle aziende per affrontare insieme il cambiamento anticipando e cogliendo le opportunità di sviluppo.

In Italia è in corso una profonda trasformazione dell’intero sistema energetico. Nel corso degli ultimi anni i consumi delle attività industriali si sono ridotti, diventando più efficienti, e nel contempo il ruolo delle fonti rinnovabili è cresciuto, la sensibilità ambientale è sempre più diffusa e le dinamiche che regolano il mercato stanno aprendo nuovi orizzonti.
Sino a pochi anni fa, poche grandi centrali producevano energia per tutto il Paese. Oggi piccoli impianti, rinnovabili, diffusi lungo tutta la penisola, stanno dando forma a un nuovo modello più distribuito di generazione nel quale l’energia pulita ha un ruolo crescente.
In questo nuovo scenario, alcuni impianti termoelettrici hanno esaurito il proprio ruolo o stanno per farlo".


Quello che sperano ambientalisti, comitati e tanti cittadini è che Vallegrande sia una di queste. Non convertita a gas, ma proprio chiusa, in virtù di un pedaggio sessantennale pagato dal territorio, solo in parte attenuato dall'ambientalizzazione avviata negli anni '90 con la demolizione di tre ciminiere su quattro. Ora si chiede di più: azzerare la centrale, pensando ad un futuro sempre di vocazione industriale, non certo un impianto di rifiuti ma la valorizzazione di un'area che resta strategica per la città.

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