Siamo piacevolmente sorpresi di aver letto che all'ortopedia di Sarzana, con la tecnica del robot, siano stati svolti, da giugno a novembre, 259 interventi (anche perché in tal maniera si dovrebbe sanare il gap tra la struttura dell'ASL e l'Alma Mater. Dai dati 2017, risultava infatti che l'ortopedia sarzanese avesse effettuato 30,5 interventi per posto letto, contro i 47,5 della struttura privata convenzionata - fonte dati A.Li.Sa. 1° semestre 2017. Certo per sanare il gap sarebbe stato meglio assumere medici e infermieri, invece che affidarci ad una macchina ....).
Alcune domande, però, ci sorgono spontanee.
- Non sarà che la mole di interventi con robot sia dovuta alla clausola "capestro" che lega l'ASL alla ditta fornitrice del macchinario? Infatti, ove l'ASL non riuscisse ad effettuare almeno 500 interventi nei primi tre anni di attività del robot, dovrebbe comunque pagare la ditta per minimo appunto 500 interventi (a 4.636,00 euro per intervento non sono noccioline).
Tra l'altro ci risulterebbe che il costo "vivo" di una protesi impiantata con tecnica tradizionale sia di ca. 2.000,00 euro e quindi di molto inferiore al prezzo di una protesi con robot. - Dai dati fornitici dalla direzione sanitaria - che, per onor di cronaca, si e' dimostrata disponibile ad approfondire le tematiche da noi sollevate -, risulta che nel primo anno di attività del robot siano stati effettuati 161 interventi con la nuova tecnica e 114 con la tecnica tradizionale. Poiché non tutti i pazienti sono eleggibili all'intervento con robot, ci risulta inoltre che ci siano circa 700 pazienti in lista d'attesa per intervento tradizionale. Dove andranno a farsi operare questi pazienti, nel caso non vogliano attendere ? chi valuta il rapporto costi - benefici del robot unitamente alle fughe degli anni passati e a quelle residue in corso?
- il solo dato numerico degli interventi effettuati non e' indice di qualità/efficacia. E non siamo certo noi a dirlo. La commissione regionale (HTA), che ha valutato la metodica con robot, ha avuto modo di evidenziare ".. In conclusione si ritiene pertanto coerente e ragionevole un approccio ragionato sia in merito alle priorità dell'investimento che alla diffusione della tecnologia, che non si ritiene possa essere al momento inserita nella pratica clinica corrente senza alcun ragionevole dubbio.." (fonte nota A.Li.Sa. 9357 del 04.07.2017). In tal senso sempre la citata commissione, mettendo in dubbio "... l'efficacia intesa come effectiveness..." del robot, suggeriva un approccio di ricerca e di conferma della validità della tecnica, non senza evidenziare che c'e' la ".. necessità di una profonda riflessione circa le priorità dell'investimento sia a livello locale che regionale in quanto parrebbe prematura una larga diffusione di tale tecnologia sul territorio regionale, al di fuori di un contesto controllato.."
Ed e' appunto questo il tema : chi controlla la qualità degli interventi a distanza di tempo? chi controlla dove vanno a farsi operare i pazienti in lista di attesa e quelli non eleggibili all'intervento con robot ? Se e' una tecnica da adottarsi in via sperimentale (come dice la commissione HTA), viene somministrato un idoneo consenso ai pazienti, dopo l'esame di un Comitato Etico?
Sempre la commissione HTA consiglia "... la necessità di studi comparativi verso le metodiche da ritenersi gold standard per valutare quale impatto clinico sia in grado di produrre tale precisione e accuratezza, pur tenendo conto che sono stati citati.. sporadici errori di posizionamento verso i quali la causa sarebbe al momento solo ipotizzabile..." Senza mettere in discussione la tecnica - valutazione che non ci compete - ci ritorna in mente, però, l'annosa questione delle protesi metallo-metallo, promosse dalle ditte che vendevano tali protesi e poi rivelatesi dannose per i pazienti, tanto da essere ritirate dal mercato. - chi controlla i costi dei mancati interventi sia dei pazienti in lista di attesa, sia derivanti dal fatto che, almeno per quel che ci risulta, una delle sale operatorie di Sarzana eè utilizzata come deposito del robot (e quindi inutilizzata) e inoltre che i pazienti operati sono meno per seduta operatoria perché la tecnica con robot comporta un maggior tempo di preparazione della sala operatoria?
Il tema è sempre questo quando un privato entra nella gestione pubblica: chi controlla?
Quindi prima di "magnificare", seguiamo il consiglio della commissione regionale: osserviamo, controlliamo, valutiamo il rapporto costi/benefici e, soprattutto, ... diamo informazioni complete ai cittadini.
Rino Tortorelli
vice segretario regionale
Cittadinanzattiva Liguria onlus