Siamo contenti di aver visto una mobilitazione dei lavoratori così partecipata, come da tempo non si vedeva.
Come associazione di tutela dei pazienti, non possiamo che essere solidali con le ragioni della protesta.
I turni massacranti, i carichi di lavoro, le limitazioni delle piante organiche del personale hanno evidentemente anche riscontro sulla qualità dell'assistenza al malato e ciò nonostante l'impegno profuso da medici e infermieri.
Le ragioni di tale mobilitazione sono confermate dai dati che, fin dal 2008, anche noi esponevamo quale motivo di crisi della sanità spezzina; dati che rappresentano, a nostro avviso, una precisa scelta per ridimensionare il servizio pubblico. E sono appunto i dati che parlano dei risultati di tali scelte operate fin dal 2008.
Sul personale: La dotazione di personale ASL 5 ogni 10.000 abitanti è pari a 100,02 (a fronte di una media regionale di 153,20 - l'ASL 1, che ha circa la nostra popolazione, ha una dotazione di 122,31).
Sempre sul personale: la Regione Liguria ha speso oltre 107 milioni di euro in meno per il personale rispetto a quelli che sarebbero i, pur già stringenti, limiti di assunzioni imposti dal Governo nazionale (fonte: relazione parifica Corte dei Conti 2017 al bilancio regionale).
Sui posti letto: La dotazione di posti letto in ASL 5 è pari a 490 posti letto per acuti e 28 per riabilitazione (non contando il don Gnocchi), rispetto ai 660 pl per acuti e 154 per riabilitazione previsti dagli standard nazionali.
Ciò detto, e senza voler insegnare niente a nessuno, ci pare che il buon risultato della manifestazione - indetta, ci pare, solo contro l'ASL (che ad oggi significa sparare contro la croce rossa...) - debba essere incrementato, trovando un diverso contraddittore e, in particolare, i vertici della Regione Liguria.
E' dalla Regione infatti che, in questo momento (e al di là degli errori passati di altre Giunte), sta arrivando un preciso segnale: privatizzare e smantellare il servizio pubblico, previa riduzione delle risorse e penalizzazione dei lavoratori. La dichiarazione del Presidente Toti (Levante news del 03.09.2018) è agghiacciante: la Regione ha come obiettivo la privatizzazione del 15% della sanità ligure. Passaggio già in corso di attuazione con la cessione di 250 posti letto e tre interi ospedali nel ponente ligure. Poichè i posti letto in Liguria - come dichiarato dallo stesso Toti - sono ca. 5.000, ne va in conseguenza che la prossima privatizzazione (per raggiungere il 15% e quindi altri 500 posti letto) riguarderà almeno altri due o tre ospedali in Liguria. Che il prossimo sia il S. Bartolomeo a Sarzana?
Ciò che vogliamo quindi proporre è una immediata coalizione con tutte le forze sindacali, politiche ed associative spezzine che hanno a cuore la SANITA' PUBBLICA, per affrontare in maniera incisiva il nodo che attualmente lega le risposte sanitarie alla popolazione: cioè la concreta e trasparente determinazione delle risorse (finanziarie e di personale); dove e come sono impiegati i soldi dei cittadini. E' ora anche di smetterla - e ci riferiamo alla polemica tra partiti sul nuovo ospedale del Felettino - che ci si litighi al nostro interno. Questo elemento ha sempre creato una forte debolezza per le rivendicazioni di questa Provincia verso la Regione.
Abbiamo già stilato un manifesto di adesione in 10 punti che, a breve, sottoporremo a tutte le forze sindacali, politiche ed associative spezzine.
Allora vedremo chi ha voglia veramente di battersi per il NOSTRO servizio sanitario PUBBLICO e chi invece ne fa solo oggetto di campagna elettorale.
Rino TORTORELLI
vice segretario regionale Cittadinanzattiva Liguria onlus