"Gentile sindaco e Amministrazione di Riomaggiore
Chiediamo: è vero che sono stati ordinati e compiuti "controlli approfonditi con personale ASL e carabinieri bussando alle abitazioni per valutare se trovarsi di fronte a casi da trattamento sanitario obbligatorio"? Perchè? Chi chiama per nome un colombo (tipo, piccioncino, uccellino, colombella....) è un malato psichiatrico?
Esistono trattamenti sanitari obbligatori per chi scrive sui muri, chi sradica le panchine, chi getta per terra siringhe, vetri, bottiglie, chi tortura gli animali, li abbandona, li avvelena...?
La guerra ai piccioni e ai cittadini che provano simpatia per loro, dichiarata dall'Amministrazione comunale con il TSO, è da film fantascientifico, paradossale e utopistico quanto una cattedrale su Marte.
Perchè guerra ai piccioni? Già la parola ha in sè i connotati della violenza (che si aggiunge alla tanta incommensurabile violenza che agita il Pianeta) per giunta verso creature innocenti, verso persone sensibili e, soprattuto, verso verità scientifiche, leggi biologiche ed esperienze conclamate.
Ricordiamo infatti all'Amministrazione di Riomaggiore che esiste in natura la legge biologica della "capacità portante" che regola le popolazioni animali libere. Ovvero: "Una popolazione cresce in funzione delle risorse alimentari e dei siti di nidificazione presenti in un dato territorio". Quindi è inutile uccidere i colombi perchè i posti lasciati vuoti verranno prontamente occupati per minore mortalità naturale, maggiore natalità e immigrazione. Corretto invece chiudere le fessure, le feritoie, dove i colombi potrebbero nidificare, informare adeguatamente i cittadini, magari installare una colombaia come hanno fatto tante città del mondo (Parigi, Oslo, Milano, Prato......) che gli amanti dei piccioni potrebbero gestire sottraendo le uova e quindi tenendo sotto controllo il numero dei colombi. Costerebbe meno di un falco.
Inoltre, essendo i colombi considerati dalla legge animali selvatici, non è nella competenza del Comune ucciderli".
Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze