All'inizio dell'anno, tra gennaio e marzo, si è notato un incremento di furti in appartamento con la "tecnica della chiave bulgara": in tutti i casi le vittime dichiaravano di aver trovato al rientro la casa svaligiata senza alcun segno di manomissione alla porta; unico particolare la porta chiusa senza mandate, quando invece le vittime erano certe di aver chiuso a chiave.
Dalle indagini è emerso che lo strumento usato era la famosa "chiave bulgara", un grimaldello che permette di fare tutto sul posto, adattando le mappe della chiave alla serrattura. La soluzione in questi casi arriva solo da porte con serrature di ultima generazione che possono dare maggiore garanzia, per le porte più comuni questa tecnica non lascia scampo.
Il numero dei furti non era pericolosamente elevato, ma ha da subito permesso la ricostruzione di uno schema preciso: furti lampo, effettuati solo in determinati giorni della settimana e in zone e orari precisi, con tre o quattro furti alla volta; la zona era quella circostante la Questura, cioè in prossimità dell'autostrada.
La squadra Mobile ha quindi impiantato dispositivi mirati sul territorio per tenere sotto controllo l'intera zona, sia con personale in uniforme che in borghese in sinergia con la squadra Volanti, negli orari considerati compatibili con i furti.
L'epilogo è stato il fermo di un'auto Ford Focus con targa francese con a bordo due georgiani, del 1991 e 1989, la nazionalità è stata ritenuta compatibile con l'utilizzo della chiave bulgara molto diffuso nell'est Europa. I due sono stati identificati ed è risultato che uno dei due aveva precedenti specifici per furti commessi a Prato con le stesse dinamiche. Dall'analisi delle sue frequentazioni è emerso che in giro per l'Italia aveva numerosi contatti con connazionali sospetti. Nell'auto i due avevano guanti e cacciaviti, ma non le chiavi bulgare, aspetto che non ha permesso un fermo immediato.
È però proseguita l'analisi dei cellulari, che ha portato al rinvenimento di una foto sfocata di una porta, forse fatta per errore, ma con ben visibile il nome nel campanello, dettaglio che ha allertato ancor di più la Mobile, che ha contattato l'uomo, mentre i due sospetti hanno proseguito spostandosi a Pisa, comunque pedinati e controllati.
Pochi giorni dopo il fermo, un uomo si presenta in questura, denunciando di aver patito un furto nei giorni precedenti: fornendo l'elenco degli oggetti rubati, i poliziotti notano una cassa Bluetooth che avevano visto proprio dentro la Ford Focus.
Nel frattempo in Questura si presenta anche l'uomo il cui nome era nella foto, che conferma di avere un appartamentoin zona Migliarina, abitato da inquilini con però il suo nome nel campanello. L'ipotesi è che il giorno del fermo i due georgiani si siano recati lì per compiere un furto, ma avendo trovato la casa abitata abbiano desistito, facendo la foto mentre trafficavano con la luce del cellulare di fronte alla porta.
Raccolti tutti gli elementi e presentati in procura, è stato emesso l'ordine di custodia cautela eseguito questa mattina a Pisa. Perquisita l'abitazione, dove però non erano presenti. Invece c'era la cassa rubata, per questo è stato denunciato per ricettazione il proprietario.
Trovata in poco tempo l'auto, in sosta vicino ad un b&b: i due erano dentro all'interno della struttura ricettiva insieme ad un terzo connazionale, anche lui denunciato, perchè isieme a loro, nella stanza, erano presenti alcuni oggetti che potrebbero essere provento di furti, come una play station.
Ancora in corso le indagini per rinvenire ulteriori dettagli. Contestati il furto consumato e quello tentato, ma si pensa siano molti di più, almeno una ventina, forse anche quello subito dell'onorevole Gagliardi all'indomani delle elezioni politiche.