Il Conto alla rovescia è ormai iniziato per un evento che ogni anno è atteso con entusiasmo da produttori e consumatori, essendo una vetrina che rappresenta una sfida e al tempio stesso un’occasione unica per presentare le ultime novità del comparto vitivinicolo delle regioni italiane al mondo.
La Liguria, da una viticoltura eroica condotta sui tipici terrazzamenti produce vini d’eccellenza, la maggior parte dei quali rientra a pieno titolo nell’ambito delle sette DOC di cui la regione si fregia. L’aria, l’acqua e il terreno conferiscono al vino caratteristiche particolari, permettendo di ottenere vini che vanno da quelli più freschi e aciduli del ponente fino a quelli dal sapore più fruttato del levante, vini che saranno coralmente presenti nello stand dedicato alla Regione Liguria.
Tra le novità, l’azienda Cà du Ferrà di Bonassola, alla sua prima partecipazione all'evento, che produce un vino di nicchia (circa 6000 bottiglie l’anno) e che, per l’occasione, presenterà il Luccicante, un nuovo Vermentino Colline di Levanto Doc. Ma c’è anche chi partecipa alla manifestazione dagli anni ’90 come l’azienda Il Monticello di Sarzana, che ogni anno porta il meglio delle sue produzioni, tra cui il Vermentino Doc Colli di Luni ed il Ciliegiolo in purezza. E ancora La Baia del Sole - Cantina Federici di Ortonovo, che ha inaugurato una nuova cantina all'avanguardia nel 2015 ed è produttrice di vini di pregio come la Sarticola, un Vermentino Colli di Luni Doc. Un altro debutto è quello del nuovo vino chiamato Vigna delle Rose, dell’azienda La Pietra del Focolare, sempre di Ortonovo.
“Volti e imprese che rispecchiano appieno i colori ed i sapori del Levante Ligure – affermano i delegati confederali Francesco Goffredo e Bruno Rivarossa – e che grazie al Vinitaly potranno raccontare la loro storia e i loro prodotti non soltanto al pubblico italiano; alla kermesse, infatti, sono previsti circa 150 mila visitatori professionali provenienti da 140 nazioni. Bisogna tutelare le eccellenze dei nostri territori e proteggerle dai cosiddetti “falsi Made in Italy” e, grazie a manifestazioni come questa, riusciamo a valorizzare le produzioni e con loro i territori d’appartenenza.”