Un bilancio, quello presentato questa mattina dai Carabinieri Forestali della Spezia, che deve essere letto alla luce della grande rivoluzioni che ha riguardato la Pubblica Amministrazione, con un riassetto dell'intero comparto delle Forze dell'Ordine italiane lo scorso anno: il Corpo Forestale dello Stato ha cessato di esistere, così uomini e competenze sono confluiti in parte nei Carabinieri (dando vita ai Carabinieri Forestali) ed in parte nei Vigili del Fuoco.
"Dopo un iniziale periodo di stasi, dovuto ai primi cambiamenti conseguenti alla manovra- si legge nel documento di bilancio dell'attività svolta nel 2017 sul territorio provinciale- l'attività operativa è andata via via crescendo": il nuovo assetto ha portato via alcuni uomini, ma anche alcune competenze, come lo spegnimento degli incendi, ora di esclusiva competenze dei Vigili del Fuoco, portando come primo significativo dato un aumento delle operazioni effettuate.
L'attività dei Forestali si è dovuta integrare dunque con le altre specialità dell'Arma: "Con Nas e Nil sono stati effettuati molti accertamenti congiunti", ciò ha permesso, soprattutto per quanto riguarda il settore agroalimentare, maggiori e approfonditi controlli, così che una unica azienda venisse controllata a 360°, dato particolarmente significativo considerato il buon numero di aziende locali che producono eccellenze.
L'attività però ha riguardato prevalentemente gli illeciti in materia di rifiuti (abbandoni e abbruciamenti di rifiuti, ma anche realizzazioni di riempimenti generando il fenomeno delle discariche abusive mascherate).
In particolare sono emersi due fenomeni, che nel 2017 hanno subito un drastico aumento: i furti di specie vegetali, prelevati in maniera illecita da boschi, giardini privati o pubblici "che vengono rubate per essere trasportati in alcuni magazzini del ponente ligure per essere lavorate e confezionate al fine di alimentare il mercato del verde ornamentale"- una vera e propria filiera che si estende per tutta la Liguria fino all'alta Toscana; poi è da segnalare il fenomeno degli incendi di rifiuti all'interno di impianti di recupero.
Riguardo agli incendi boschivi, è confermata la sensazione di emergenza che ci ha accompagnato per tutta l'estate 2017: sono stati numerosi gli interventi in quella che è stata una stagione molto sfortunata. Da un lato l'eccezionale clima che ci ha fatto vivere l'estate più secca dal 2009 e dall'altra la carenza a livello preventivo. Mentre prima la delicata fase di prevenzione era affidata ai volontari, oggi è interamente di competenza dei Carabinieri Forestali, che di certo non possono garantire il servizio così come lo conoscevamo. In totale il nostro territorio ha visto ben 365 ettari di superficie interessati da 68 incendi.
Particolare attenzione è stata date alla problematica delle attività inquinanti. In provincia esistono due macrozone con presenza di molte attività inquinanti identificate nell'area portuale e retroportuale e la parte passa delle valli Magra e Vara, dove sono presenti anche vecchie discariche abusive realizzate negli anni '80.
Con un totale di 3823 controlli effettuati le attività di questo anno sono state più o meno rilevanti, con molti controlli che sicuramente non sono stati resi noti alla cronaca, ma anche molti interventi in aree delicate, dove sono tuttora in corso vari accertamenti come il recupero ambientale della Cava della Brina, gli episodi di incendio dell'impianto di recupero rifiuti Ferdeghini e i dragaggi del fondale marino del Porto Mercantile della Spezia.