Ieri, intorno alle 12.40, la squadra volante della Polizia di Stato è intervenuta in via Prione a seguito di una rapina nel negozio "Ricami di Veronica".
In realtà, la volante è arrivata quando la situazione era ormai risolta, grazie all'intervento di un giovane ragazzo: la Polizia ha ammanettato un uomo già impossibilitato a fuggire, dopo innumerevoli tentativi di farla franca. Poco prima, hanno raccontato le persone coinvolte, l'attenzione dei passanti è stata attirata dal commesso del negozio di via Prione, che urlava "Fermatelo!" indicando un ragazzo che stava correndo. A fermarlo ci ha pensato un 20enne in bicicletta, che non ha esitato a rispondere alla richiesta di aiuto. Si è capito dopo, che al commesso era stato rubato un cellulare custodito dietro al bancone del negozio che, recuperato, è stato poi restituito.
La squadra volante, giunta sul posto, ha identificato il responsabile della rapina: un rumeno pregiudicato del 1990, già allontanato dal territorio nazionale in tre diverse occasioni e al momento residente a Genova e forse pensavano che la questione fosse conclusa una volta portato il giovane in Questura, ma in realtà qui la situazione si è ulteriormente complicata per il rumeno: è qui infatti che il ragazzo ha chiesto di poter telefonare alla sorella con quello che aveva dichiarato essere il proprio telefono. Dopo svariati tentativi, i poliziotti hanno notato che il ragazzo non riusciva a recuperare il numero della sorella e hanno deciso di controllare meglio il Samsung che, in effetti, aveva in memoria moltissimi numeri di persone italiane e nessun numero di connazionali dell'uomo, neppure quello della sorella. I successivi controlli hanno fatto emergere che il telefono apparteneva ad un uomo di Lavagna, che ne aveva denunciato il furto qualche giorno fa.
Ma le indagini della Polizia di Stato non si sono fermate: il rumeno aveva usato i numeri di telefono della rubrica personale del legittimo proprietario (solo quelli appartenenti a donne...) per inviare loro, dal nuovo numero di telefono, foto hot, messaggi volgari e inviti ad appuntamenti galanti.
Tutto il materiale raccolto è ora nelle mani della procura e non si esclude che debba rispondere anche per reati a sfondo sessuali, come le molestie; in ogni caso per lui l'accusa è di ricettazione e rapina.