Pesca ricreativa in zone vietate e violazione delle norme sulla tracciabilità sono le irregolarità più diffuse.
Anche durante il periodo di fermo delle attività di pesca, tradizionalmente riservato alle unità a strascico e terminato lo scorso 31 ottobre, sono continuati i controlli sulle attività di pesca marittima da parte dei militari della Capitaneria di Porto della Spezia.
L’attività svolta durante tale periodo, proprio al fine di scoraggiare la pesca e la successiva commercializzazione di prodotto ittico non tracciato ha visto impegnati 24 uomini e donne della Guardia Costiera, compresi gli Uffici Locali marittimi dipendenti di Levanto, Porto Venere, Lerici e Foce della Magra, che hanno effettuato controlli a tappeto sia in mare che a terra, ispezionando unità da pesca professionali e ricreative, mercati ittici, stabilimenti destinati alla lavorazione, conservazione e alla commercializzazione dei prodotti ittici, punti di sbarco del pescato, supermercati, piccoli negozi e ristoranti, spingendosi anche nell’entroterra in Lombardia ed Emilia Romagna.
L’operazione, posta nella continuità dell’attività che la Capitaneria di Porto della Spezia svolge sia in mare che a terra, lungo tutta la filiera della pesca, con controlli mirati alla verifica delle norme che regolano l’attività di pesca in genere nonché la commercializzazione dei prodotti ittici, ha fatto emergere diverse irregolarità in prevalenza legate alla pesca ricreativa in zone vietate.
Nell’ambito dei predetti controlli, svolti nell’ultimo mese, sono state elevate 18 sanzioni amministrative per un totale di circa 13.000,00 € ed effettuati diversi sequestri di pescato e attrezzi utilizzati durante l’attività di pesca, in zona non consentita, oltre che per l’inosservanza delle vigenti norme sulla tracciabilità e per omessa indicazione sui prodotti ittici di informazioni obbligatorie.
I controlli hanno visto anche l’impiego in mare dell’unità di polizia marittima CP 2094, che in particolare ha nel complesso elevato sanzioni amministrative per un totale di oltre 7.000 € e proceduto al sequestro del pescato e attrezzi a carico dei trasgressori, sanzionando anche diverse unità che avevano ormeggiato in zona non consentita come presso gli impianti di mitilicoltura.
Durante tale ulteriori attività di vigilanza in mare, numerose sono state le sanzioni elevate a carico di pescatori non professionisti che sono stati “pizzicati” mentre effettuavano attività di pesca in zona vietata, come ad esempio nella rada interna del porto della Spezia ove un pescatore subacqueo si era immerso con il fucile ma senza il previsto pallone segna-sub munito di apposita bandierina rossa con striscia bianca, necessario per segnalare la propria posizione alle unità in transito ed utile ad evitare possibili incidenti.
Il prodotto ittico sequestrato è stato giudicato dal servizio sanitario non idoneo al consumo umano ed è stato quindi avviato allo smaltimento.
Dalla Guardia Costiera della Spezia, a beneficio dei pescatori ricreativi, fanno sapere che le attività effettuabili nel Porto sono reperibili in apposito regolamento approvato con l’Ordinanza n. 7 del 2013 della Capitaneria di Porto della Spezia.