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I 100 anni di Iolanda Barontini, spezzina del Termo In evidenza

di Francesco Falli - Festa in famiglia, con tanta voglia di raccontare la sua vita.

Cento anni fa, alla fine di ottobre, due notizie erano ripetutamente presenti sulla carta stampata, la sola fonte di comunicazione mediatica ''di cronaca'' di allora: il crollo del fronte italiano, con la ''disfatta di Caporetto'' ed i continui tumulti in Russia, che avrebbero da lì a poco portato al governo i Bolscevichi.
Il giorno 29 di quel lontano mese di ottobre, in una casa del Termo della Spezia, nasceva Iolanda Barontini, da Marino e Luigia Ferrari.

 

Secondogenita, raggiungeva il fratello Orlando e precedeva la sorella Iana, nata 10 anni più tardi e con la quale oggi da tempo convive, a poche decine di metri da quel luogo di nascita, insieme ai tanti familiari, in una casa accogliente e ben curata.

La vita di Iolanda, che ieri ha festeggiato quindi il suo 100esimo compleanno con tanti parenti ed amici, è stata quella di chi ha osservato i principali avvenimenti sociali, politici, culturali, di cronaca di quello che è stato definito ''il secolo breve'', il Ventesimo secolo.
Nata un anno prima della conclusione della Grande Guerra, ha vissuto per intero il Ventennio Fascista, del quale ricorda perfettamente le settimanali adunate del sabato; ha tremato per la Seconda Guerra mondiale, ed in particolare ha sempre avuto negli occhi e nelle orecchie il ricordo - fortissimo- dei bombardamenti che colpivano Spezia: per anni, lei e la sorella Iana avrebbero avuto paura durante i rumorosi sorvoli dei primi apparecchi civili del Dopoguerra, conservando intatto il terrore di quei momenti, nei quali era veramente sottile la differenza fra la vita e la morte...

Iolanda e la sorella ricordano molto bene ancora oggi i percorsi e le lotte operaie, e quelle contadine; ricordano di avere anche partecipato alle manifestazioni per l'emancipazione femminile; della storia della nostra città hanno sempre parlato volentieri, e con dovizia di particolari, proprio come faceva la loro mamma, la ''Gigetta'', che era stata testimone dell'arrivo del circo di Buffalo Bill nel 1906, e ricordava spesso l'arresto, da parte della nostra polizia, del notissimo eroe del Far West per ubriachezza molesta, durante la permanenza nella nostra città!

In particolare, Iolanda e la sorella Iana si sono spesso soffermate sui racconti del periodo di guerra, che molto turbò, inevitabilmente, le loro giovani coscienze; ed infatti hanno conservato per tutta la vita il ricordo di due persone che si erano trovate su fronti diversi, per averli ben conosciuti; in particolare il primo, che era anche un loro cugino: Renzo del Riccio, uno dei quindici fucilati di Piazzale Loreto del 10 agosto 1944.

Renzo era entrato nella Resistenza milanese e le veniva a trovare d'estate a Spezia, anche per sfuggire ai controlli che i Nazifascisti a Milano effettuavano con crescente precisione, fino a quando, catturato, non venne fucilato dai soldati della Legione Muti con altri quattordici prigionieri, in rappresaglia per un attentato, per ordine delle SS del comandante Theodor Saevecke.

Di questo ragazzo hanno sempre ricordato l'allegria, la giovanile esuberanza, la accesa simpatia, ed ancora oggi, oltre 70 anni dopo, ricordano quando in bicicletta - naturalmente una alla volta- lui le faceva scendere a rotta di collo per la statale Aurelia, lungo la discesa del Termo, scherzando sul funzionamento improbabile dei freni...
C'è poi un secondo ricordo che è tornato spesso, nei racconti di Iolanda e naturalmente della sorella Iana, e riguarda un tedesco, un giovane soldato che faceva parte di una Compagnia germanica, collocata non distante dalla casa di Iolanda e Iana: il ragazzo, secondo il loro ricordo, vedeva nella famiglia delle due sorelle una specie di riflesso della propria famiglia lontana, ed ogni scusa era buona per andarle a trovare.

Naturalmente, la situazione era delicata ed almeno imbarazzante, perchè il ragazzo (che nel ricordo pare rispondere al nome di Hans) era comunque un nemico, un occupante; e inoltre le due sorelle erano giovani e belle, con Iolanda già fidanzata col futuro marito (Fernando): ed era perciò necessario mantenere buoni rapporti, ma al tempo stesso lasciando il giovane soldato tedesco sempre a debita distanza di sicurezza....con intelligenza e simpatia, ognuno mantenne il proprio posto e Hans -anzi- si dimostrò forse più leale e aperto verso questa famiglia che verso il proprio esercito, perchè spesso dava qualche informazione utile nei casi, frequenti, di ''giri di vite'' e perquisizioni, e favoriva così l'allontanamento da casa dei maschi del quartiere...Hans, probabilmente, era solo alla ricerca di quella normalità che in quegli anni era molto rara, indisponibile ai più.

Finita la guerra Iolanda ''mise su'' famiglia, restando sempre a vivere nella zona del Termo; i molti anni trascorsi da allora l'hanno resa la sola superstite del nuovo nucleo che aveva formato allora, ed oggi quindi la sua famiglia è ancora una volta quella di origine, con la sorella Iana che vive insieme a lei; con la nipote Rossana; e molta gioia e vivacità e stimolo è data dai pronipoti, da tre maschietti che rappresentano la giovane generazione di questa casa, cioè i figli di Valentina ed Emiliano, il nipote adorato.

La festa di ieri è stata per Iolanda una bellissima occasione per rivedere tanti familiari e molti amici; un pomeriggio ricco di affetto e di simpatia verso una donna che è stata sempre piena di sensibilità, solidarietà ed attenzione alle persone, ed alle tante questioni sociali che hanno accompagnato la sua lunga vita; e che ancora oggi segue lo sviluppo di un mondo che, come lei dice, va sempre più veloce.

Ancora moltissimi auguri a Iolanda ed a tutta la sua bella, numerosa famiglia.

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