La Baia della Caletta diventerà un vero e proprio sito archeologico visitabile e il primo passo, verso il sogno di avere un "museo" sott'acqua con percorsi e visite guidate, è stato fatto questa mattina, grazie alla firma di una convenzione che pone le basi per "valorizzare e rendere fruibile un patrimonio archeologico subacqueo sino ad oggi precluso e sconosciuto ai più; promuovere lo sviluppo della cultura e il rispetto ambientale ed innescare un meccanismo virtuale di tutela attiva del sito; permettere in piena sicurezza a chiunque sia in grado di immergersi entro i 10 mt di godere dell’ambiente marino subacqueo, in un contesto archeologico, geologico e biologico difficilmente apprezzabile in un’unica immersione", come si legge nella convenzione stessa, firmata questa mattina nell'ambito di una conferenza stampa.
Il coordinatore del servizio tecnico archeologia subacquea ligure, Simon Luca Trigona, ha per prima cosa descritto le caratteristiche del luogo: "In questa baia vediamo l'importanza di Lerici e il rapporto con il resto del Mediterraneo. Sul fondo, a circa 7 metri di profondità giacciono ancora due dei tre grandi rocchi semilavorati in marmo bianco che componevano una monumentale colonna, mentre il rocchio centrale recuperato nel settembre del 1991 è collocato all’interno dell’area archeologica dell’antica Luni. Insieme vediamo anche frammenti di cocci, chiodi e altri reperti dalla valenza archeologica interessante".
A sottoscrivere l'atto Lisa Saisi, vicesindaco del Comune di Lerici, e Vincenzo Tenè, Soprintendente, che ha spiegato: "In generale, in Liguria, si sta andando verso il passaggio di proprietà di molti beni dallo Stato al Comune. I siti archeologici invece rimangono allo Stato, ma la fruizione civica è importante e forte, per questo si va sempre più verso una gestione comunale".
Favorire ed arricchire l’offerta turistico-culturale locale, sviluppando progetti in sinergia tra amministrazioni pubbliche, imprese ed associazioni locali risulta essere lo scopo ultimo di questa convenzione, come ricordato più volte questa mattina.
L'area è di pregio e caratterizzata dallo spettacolo naturale che è possibile vedere sia in superficie che sott'acqua: "Si tratta di una spettacolare insenatura, unica ed arricchita dalla presenza dei reperti archeologici", come spiegato dall'assessore Marco Russo.
Nonostante ci siano, da sempre, pareri discordanti sul valore storico dei reperti che giacciono sul fondale, l'amministrazione comunale mette fine alle polemiche partendo dagli studi fatti dalla Soprintendenza: "Noi ci affidiamo a quelli e sulla base di quelli vogliamo sviluppare progetti", conclude Russo.
Resta da capire come si svilupperà il progetto d'ora in avanti, per fare in modo che quest'area venga veramente utilizzata come sito archeologico di percorsi subacquei. A garantire la sicurezza ci penserà la Capitaneria, che dovrà fare i conti con le imbarcazioni che ogni giorno ancorano nell'area, nonostante il divieto già presente: "Studieremo la soluzione migliore per tutti, impiegando i mezzi a nostra disposizione", ha precisato il Comandante Ufficio locale marittimo Lerici, Cristian Apollonio.
Sicuramente un progetto che potrebbe riservare sviluppi interessanti, vista anche la confermata volontà, da parte di amministrazione comunale e Soprintendenza, di dare il giusto spazio anche al frammento di colonna che nel 1991 era stato tolto al mare e consegnato al parco archeologico di Luni. Riportando questo frammento di colonna a Lerici, i sub coinvolti nel percorso alla Baia della Caletta potrebbero visitare anche il frammento a terra.
Foto nel testo: Primo Cardini