Un "cult" per visitatori di ogni età che amano perdersi per le sue vie e diventare parte interattiva di una vera memoria storica. Le vecchie cantine si aprono ai visitatori riproponendo l'atmosfera tipica degli anni 50, abiti a tema, osterie, musica, allestimenti, fiera, mostre in un caotico e colorato fiume di persone che ti trascina "Su e giù" per le vie del borgo di Pitelli, alla ricerca del cibo più sfizioso, del dolce più goloso e, ovviamente, degli abbondanti "goti de vin" che ben si accompagnano all'atmosfera.
La sagoma del pitellese "Gioà" (il noto personaggio della tradizione) guarda soddisfatto dall'alto del tetto dove è piazzato, controlla il paese e ricorda le grandi bevute nelle osterie e le liti con la moglie che la tradizione popolare gli addebita.
Mentre la musica regalata dalle tante band va e Pitei vive con orgoglio il frutto del lavoro dell'intera comunità coinvolta in tutte le fasi della festa, dalla decorazione del borgo, alle cucine, dall'allestimento delle cantine all'animazione in costume con, obbligatorio, l'immancabile cappellino di paglia in testa.
Pitelli rivive con orgoglio la propria storia e la propria unione, il proprio "Essere comunità" e, come amano dire i pitellesi, "Pitei'n Cantina" non è una sagra, ma un'esperienza.
Tantissimi ieri sera i curiosi che hanno affollato il borgo rendendo quasi impossibile camminare per i caruggi, tantissimi i punti organizzati per accoglierli, tante le Forze dell'Ordine impegnate, ma nessuna problematica.
È solo festa, musica, buon cibo, simpatia e ecologia.
Un servizio navetta assicura il facile raggiungimento del borgo a chi non vuole cercare un parcheggio a volte difficile.
Questa sera si replica e sarà ancora più festa, difficile rinunciarvi e... "Ocio al Mostro de Pitei"!