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Pompieri indagati a Ragusa, Salvato: "Non si deve macchiare l'immagine dell'intero Corpo" In evidenza

Il Segretario Provinciale Reggente del CO.NA.PO della Spezia sottolinea l'anomalia del volontari pagati ad ore.

"La notizia dell’arresto di 15 vigili del fuoco volontari di Ragusa che provocavano incendi e simulavano richieste di soccorso per trarne un illecito compenso non può e non deve sporcare l’immagine dell’intero corpo nazionale" - cosi interviene Stefano Salvato, segretario provinciale del CO.NA.PO La Spezia - "Senza entrare nel merito della vicenda, ancora al vaglio della magistratura cui il Comando dei vigili del fuoco di Ragusa si era rivolto, ci auguriamo che si faccia la massima chiarezza in tempi rapidi e che i responsabili, se riconosciuti colpevoli dei fatti gravissimi di cui sono accusati, vengano puniti in modo esemplare e che non indossino mai più la divisa dei pompieri".

"E' doveroso precisare tuttavia - prosegue il rappresentante del CO.NA.PO - che gli arrestati non sono personale di ruolo dei vigili del fuoco, sono invece inquadrati tra i volontari i quali non sono vincolati da rapporto di impiego con l’amministrazione. I volontari vengono impiegati temporaneamente, a richiesta, quando se ne ravvede la necessità e retribuiti ad ore. E' una anomalia che come CO.NA.PO denunciamo da sempre, il vero volontariato dovrebbe essere gratuito e non pagato 10 euro l’ora come avviene nei vigili del fuoco. E' una riforma che chiediamo da anni: che sancisca, una volta per tutte, la netta separazione del personale volontario da quello permanente".

“Ovviamente con queste doverose precisazioni, rivolte più che altro ai non “addetti ai lavori” che magari leggendo i giornali o ascoltando la televisione difficilmente riescono a fare dei distinguo, non si vuole certamente colpevolizzare chi, come i Volontari Vigili del Fuoco, prestano la loro encomiabile opera a supporto della componente professionistica, ma evidenziare un anomalia gestionale tutta italiana. Abbiamo chiesto con forza - termina il sindacalista - di trovare soluzione nel decreto delegato di riordino del corpo dalla legge Madia entrato in vigore a luglio, ma cosi purtroppo non è stato"

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