Locanda San Pietro: se diventasse un centro di esposizione? ^{In evidenza}

Sembra incredibile, guardandola oggi “ingabbiata” da impalcature arrugginite e fatiscenti, ma la (ormai ex) Locanda San Pietro era davvero bella, nonostante, nella prima fase, i lavori siano stati bloccati più volte, anche per motivazioni paesaggistiche. In effetti si tratta di un edificio che, a ben guardare, irrompe nel paesaggio lineare del borgo, con la struttura moderna. Esiste però la memoria storica di quando la struttura, finalmente aperta, era un luogo molto frequentato da benestanti e illustri personaggi, che giungevano alla locanda direttamente dal mare.

La storia, poi, la conosciamo bene: la Locanda è diventata simbolo di incuria, oggetto di una lunga e dispendiosa diatriba giudiziaria che si è evoluta, negli anni, con il pignoramento da parte del Comune e poi, finalmente, la messa all’asta.

Immaginiamo che ora vada tutto per il meglio e che il 19 luglio si trovi quell’imprenditore che voglia spendere 8 milioni di euro per comprare i 2273 m.q., così come disposto dal Tribunale della Spezia. Immaginiamo che si apra così un nuovo capitolo di questa lunga storia, che tutti a Porto Venere vogliono da anni. Si aprirebbe uno scenario interessante, con margini di crescita per tutto il territorio. Quell’edificio, ora descritto sul sito Astalegale “in pessime condizioni di manutenzione, inagibile e semi diroccato” si trova in una splendida posizione: è “affacciato sul mare - Calata Doria - di fronte all'Isola Palmaria e antistante il piazzale della famosissima chiesa di San Pietro” che potrebbe anche offrire soluzioni per la tanto agognata destagionalizzazione del turismo.
La struttura, che si compone di due corpi di fabbrica collegati da un cavalcavia chiuso: “Il corpo lato mare si compone di piano 2 ss con locali uso garages a livello della calata; piano 1 ss con tavernetta, ripostiglio, salone con terrazza a mare, appartamento formato da due camere, bagno e ripostiglio; piano T con sala bar con ampia terrazza, ingresso, salone da pranzo con servizi igienici e locali cucine; piano 1 con dieci camere con bagno e locale guardaroba. Il corpo lato monte si compone di: piano T con due locali di deposito, due camere di servizio con servizio igienico, locale caldaia, serbatoio e ripostiglio; piano 1 con sei camere delle quali quattro con bagno, servizio igienico e locale disimpegno che immette al cavalcavia che si congiunge con il piano 1 del corpo lato mare; piano 2 con sette camere delle quali quattro con bagno e un bagno non collegato alle camere; piano 3 con sette camere delle quali quattro con bagno e un bagno non collegato alle camere. Ciascun corpo è coperto da terrazza praticabile con locale lavanderia e disimpegno”.

Questa struttura potrebbe diventare anche luogo per esposizioni artistiche di alto livello? Potrebbe, ad esempio, ospitare artisti di fama mondiale che, probabilmente, accoglierebbero con entusiasmo l’idea di esporre in una location così suggestiva? Lo abbiamo chiesto anche ad Abramo Prandi, presidente provinciale di Federalberghi, che ha concordato: “Potrebbe essere una buona soluzione; un progetto che potrebbe ricevere anche finanziamenti. Certo, la realizzazione potrebbe essere difficile”.

Vero, la realizzazione potrebbe essere difficile, ma tutto inizia con una proposta.