I Carabinieri forestali delle stazioni di Follo e Sarzana hanno accertato che l’incendio divampato venerdì scorso in località Carame di Porto Venere ha avuto origine colposa.
Le fiamme, che hanno bruciato una modesta estensione di bosco di pino marittimo e macchia mediterranea, sono state originate dalla negligenza di un coltivatore nell’abbruciamento, sul proprio terreno, di alcuni residui vegetali.
L’uomo è stato segnalato all’autorità giudiziaria per il reato di incendio colposo.
Ricordiamo che l’abbruciamento di residui vegetali è consentito unicamente alle seguenti condizioni:
- che i residui derivino esclusivamente da operazioni agricole e selvicolturali (e quindi, ad esempio, paglia, sfalci e potature) e non da altre operazioni, quali taglio di piante e verde che insistono in contesti urbani, che generano invece rifiuti che devono essere smaltiti, pena sanzione amministrativa, in via ordinaria. Assolutamente vietata, e in questo caso sanzionata penalmente, è la combustione di altri generi di rifiuti, non vegetali, anche se effettuata mescolando gli stessi con quelli vegetali;
- che l’abbruciamento sia effettuato sul luogo di produzione, interessi quantitativi non superiori ai limiti di legge (non più di tre metri cubi per ettaro al giorno), sia comunque effettuata in piccoli cumuli e non rientri in periodi di divieto dichiarati dalle autorità competenti (non sia effettuato, cioè, quando vige lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi);
- che l’abbruciamento sia effettuato alla distanza di legge da aree vegetate e boscate (100 metri, salvo speciali condizioni e/o autorizzazioni) e comunque con ogni forma di cautela e vigilanza che garantisca, anche tenendo conto che le condizioni del vento possono mutare all’improvviso, che le fiamme non inneschino un incendio.
(Foto di repertorio)