Da un lato la scarsa circolazione delle acque e la bassa ossigenazione, che incide negativamente sulla salute degli organismi, dall’altro il conseguente e graduale calo delle rese della coltivazione dei mitili all’interno della diga, come segnalato recentemente dalle stesse associazioni dei mitilicoltori spezzini. Questo lo scenario sconfortante che è emerso dalla riunione del 28 marzo scorso tra il Comune, la Cooperativa Mitilicoltori, l’Autorità Portuale ed Enea, convocata dall’assessore alla sostenibilità ambientale Laura Ruocco per individuare possibili soluzioni.
“La richiesta è di adottare soluzioni che aumentino la permeabilità della diga o in generale che migliorino la circolazione interna”, si legge nel verbale dell’incontro. Un’ipotesi che in realtà era già stata presa in considerazione nel 2011, attraverso uno studio commissionato dall’amministrazione comunale che prevedeva l’abbassamento della parte centrale della diga foranea, con il successivo inserimento di frangionde galleggianti.
Oggi i mitilicoltori, invece, chiedono espressamente “la realizzazione di aperture nella struttura” per migliorare la circolazione tra le acque interne ed esterne e aumentare la permeabilità della diga, cercando così di ovviare alla scarsità delle produzioni.
“In tempi brevi, verrà valutata la possibilità di affidare gli incarichi per definire la possibilità/opportunità di modifica della diga foranea”, hanno concluso le parti interessate nella riunione del 28 marzo. Con la possibilità, inoltre, di individuare altre aree idonee per la coltivazione dei mitili (che possano essere affidate in concessione) e di utilizzare “dati e modelli” oggi in possesso dell’Autorità Portuale, che potrebbero rivelarsi molto utili per tentare di migliorare le condizioni della mitilicoltura spezzina.
“Enea è disponibile – si legge ancora nel verbale – a fronte di un finanziamento (indicativamente 7000 €), ad elaborare le informazioni esistenti per caratterizzare la situazione attuale e i cambiamenti che si sono verificati nel tempo. Per questo raccoglierà i dati derivanti dal monitoraggio eseguito da Arpal all’interno del porto, che verranno resi disponibili dall’Autorità Portuale. Questi dati saranno confrontati con quelli raccolti negli anni ’90 nell’ambito del programma di monitoraggio delle acque del Golfo promosso dal Comune della Spezia”.
Intanto, al fine di valutare “la possibilità di affidare l’incarico per l’eventuale modifica della diga foranea”, il tavolo tecnico tra Enea, AP, Associazione Mitilicoltori e Comune è stato ufficialmente costituito. Ora la palla passerà inevitabilmente alla nuova amministrazione.