Un luogo molto visibile, nel pieno del Terminal Crociere, dove migliaia di turisti sbarcano in visita alla nostra città e ai suoi dintorni. Un’occasione per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che la solidarietà, almeno quella rivolta ai bambini, non ha patria, non ha distinguo, ha solo cuore.
Grazie all’intervento di privati (ditte locali che hanno contribuito gratuitamente alla realizzazione delle teche per le offerte), alla collaborazione di Autorità Portuale, della Capitaneria di Porto e del Consorzio Discover, si è firmato un protocollo per permettere all’Unicef di posizionare due teche per la raccolta dei fondi destinati agli aiuti ai bambini proprio all’ingresso del Terminal Crociere, proprio dove arrivano i crocieristi.
Un segnale forte, una presenza concreta sul territorio, ribadita dal Presidente Nazionale Unicef Giacomo Guerrera e dal Presidente Provinciale Aldo Benedetti.
Un aiuto fondamentale per i bambini, quelli che scappano dalle guerre e quelli che scappano dalla fame, in questo caso è difficile distinguere fra migranti economici e profughi perché, come ribadito dai vertici Unicef “I bambini sono bambini e vanno accolti al meglio”.
Una posizione netta e suffragata dall’impegno quotidiano dell’associazione transnazionale, opera in 190 paesi nel mondo, impegnata nel mediterraneo quotidianamente nel soccorso e nell’assistenza ai minori che rischiano la vita sul mare.
Posizione netta che spinge l’Europa a farsi carico della situazione migratoria senza lasciare soli paesi come Italia e Grecia, attualmente soli corridoi aperti alle migrazioni dal continente africano, che cerca di favorire la costruzione di condizioni adeguate a favorire la permanenza, specialmente dei bambini, nei territori di appartenenza, mettendo l’accento sulla necessità, sempre più impellente, di costruire una rete che possa favorire la preparazione scolastica dei ragazzi direttamente nei loro paesi di origine, attraverso la costruzione di strutture di formazione adeguate, di personale preparato, che possano permettere a chi troppo spesso raggiunge le nostre coste rischiando la vita,di poter studiare e poter avere un futuro migliore direttamente a casa sua.
“Tanti ragazzi e bambini ce lo chiedono, vengono da noi sperando di accedere ad una preparazione scolastica che gli consenta di tornare nei loro paesi e avere li la propria vita”. Cosi il presidente Guerrera, convinto che gli sforzi umanitari siano necessari ma non possano prescindere da sforzi altrettanto intensi dedicati alla costruzione di un futuro per milioni di bambini costretti loro malgrado ad attraversare, a volte soli, deserti, zone di guerra e quella che da anni ormai sembra essere diventata una grande, immensa tomba, il mediterraneo, per poter avere un futuro.